Authors:Giuseppe Costa Abstract: Le tecniche della prevenzione, una storia ricca di sfide PubDate: 2022-02-14 DOI: 10.13135/2532-392X/6558 Issue No:Vol. 9, No. 9 (2022)
Authors:Maria Benedetta Angieri Abstract: Il tecnico della prevenzione nei luoghi di lavoro è un professionista tra i cui obiettivi c’è la tutela della salute e la sicurezza dei lavoratori. In Italia, la sua formazione universitaria di primo livello avviene nel corso di laurea triennale di Tecniche della Prevenzione negli Ambienti e nei Luoghi di Lavoro (TPALL). L’unione europea (UE) ha attivato percorsi di scambio internazionale destinati agli studenti universitari, ma questa opportunità nel 2019 è stata sfruttata solo dal 3% degli studenti dei corsi di laurea della prevenzione (LSNT/4). Questo lavoro si pone l’obiettivo di individuare i corsi di laurea europei con i quali poter organizzare progra PubDate: 2022-02-14 DOI: 10.13135/2532-392X/6559 Issue No:Vol. 9, No. 9 (2022)
Authors:Ilaria Marchisio Abstract: Le sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) sono una classe di circa 4700 sostanze chimiche sintetiche ampiamente utilizzate fin dagli anni ’40 e riscontrabili nell’ambiente. Vengono classificate come contaminanti emergenti e possiedono un’elevata mobilità e persistenza nell’ambiente. Il presente studio si è inserito all’interno di un progetto di monitoraggio dell’Arpa Piemonte per la valutazione dell’impatto sull’ambiente di un polo chimico che ad Alessandria produce, tra le varie sostanze, anche PFAS. In particolare ci si è concentrati sulla rilevazione di PFAS nelle matrici aria e acqua. Per far questo sono stati effettuati dei campionamenti di acqua a monte e a valle del polo chimico e i risultati sono stati confrontati con la normativa di riferimento. Per la matrice aria invece, dal momento che non esiste ancora a livello mondiale un metodo di campionamento ufficiale, è stata sviluppata una sperimentazione su due diversi metodi di campionamento. Il primo è un metodo di campionamento passivo che prevede l’utilizzo di deposimetri per la raccolta delle deposizioni atmosferiche. Il secondo invece è un metodo di campionamento attivo che utilizza campionatori ad alto volume muniti di filtri in fibra di quarzo. Entrambe le sperimentazioni hanno restituito dati di inquinamento interessanti e si sono dimostrati essere dei metodi di campionamento sufficientemente affidabili e ripetibili, con cui poter continuare a raccogliere dati con ulteriori campagne di monitoraggio. In entrambe le matrici ambientali è stata riscontrata la presenza di molecole non ancora normate PubDate: 2022-02-14 DOI: 10.13135/2532-392X/6560 Issue No:Vol. 9, No. 9 (2022)
Authors:Gaia Crepaldi Abstract: L’emergenza sanitaria del 2020 ha costretto a casa la quasi totalità della popolazione italiana introducendo il lavoro da remoto come misura di contenimento della diffusione di contagi, diversa dallo smart working, una modalità di lavoro disciplinata dalla Legge del 22 maggio 2017 n.81 in forte incremento. Scopo del lavoro è valutare quali possano essere le possibili complicazioni di carattere psicosociale derivanti dal passaggio obbligatorio e repentino a questa nuova modalità di lavoro. Con l’ausilio della Direzione delle Professioni Sanitarie e del gruppo di ricerca dell’Associazione Italiana di Psicologia, è stata svolta un’indagine, the SAPH@W (Safety at Work1) che ha coinvolto i dipendenti dell’ASL (circa 3000 di cui 137 in lavoro agile) ai quali è stato inviato per e-mail un questionario (“Lavorare e sentirsi sicuri al lavoro durante e dopo la fase 2”); una parte del questionario, rivolta solo ai lavoratori agili, stima i riscontri positivi o negativi dello smart working attraverso items focalizzate sul potenziale riscontro di vantaggi e svantaggi. Al questionario hanno risposto circa 400 soggetti di cui 68 in lavoro agile. Dall’analisi dei questionari, è risultato che la percezione dei lavoratori era prevalentemente ottimistica e indirizzata verso l’adozione, anche futura, di questa modalità di lavoro. Facevano eccezione limitate situazioni considerate critiche dai lavoratori, come la mancanza del rapporto diretto con i colleghi di lavoro e quindi il senso di isolamento dal contesto aziendale. Tra i fattori limitanti dello studio bisogna considerare che il cosiddetto “smart working” praticato durante la pandemia non coincide con la modalità disciplinata dalla legge, ma risulta piuttosto un ibrido tra Telelavoro e “home working”. Dall’analisi non sono emerse situazioni preoccupanti, ma appare opportuno non sottostimare il rischio psico-sociale. Promuovere l’adozione del co-working potrebbe essere la soluzione per fronteggiare a percezione di isolamento dal contesto lavorativo. Di uguale importanza risulta un’integrazione nelle linee guida di valutazione del rischio stress lavoro correlato con fattori strettamente legati al contesto di lavoro in modalità smart working. PubDate: 2022-02-14 DOI: 10.13135/2532-392X/6561 Issue No:Vol. 9, No. 9 (2022)
Authors:Michele Montrano Abstract: Infortunio mortale dell’ospite di un albergo e responsabilità del datore di lavoro e del RSPP: sentenza di Cassazione Penale, Sez. IV, 25 giugno 2021, n. 24822 PubDate: 2022-02-14 DOI: 10.13135/2532-392X/6562 Issue No:Vol. 9, No. 9 (2022)