Authors:Gabriella Esposito, Christine Mady, Stefania Ragozino Pages: 5 - 20 Abstract: La complessità che si manifesta nel cogliere i molteplici, sovrapposti e interconnessi aspetti che animano una città è ben nota. Tale complessità si manifesta, in particolare, quando si pensa all'evoluzione morfologica delle città, così come alle numerose reti e ai diversi attori che partecipano o sono sistematicamente esclusi dai processi decisionali urbani. Un'altra questione rilevante è la coesistenza nelle nostre città di forme innovative di liberazione degli spazi, attraverso il recupero da parte delle comunità di luoghi sottoutilizzati o abbandonati per trasformarli in spazi d’uso civico, con iniziative di privatizzazione degli spazi pubblici guidate dal mercato ed estrattive. A ciò si aggiungono gli impatti diretti e indiretti delle crisi sanitarie, ambientali e geopolitiche che il mondo sta affrontando, subendo trasformazioni continue e sempre più complesse. Alla scala urbana, il binomio spazio pubblico - culture urbane combina diverse prospettive interconnesse che potrebbero affrontare e spiegare questa complessità, ed esplorare le dinamiche relazionali tra gli spazi all'interno delle trasformazioni urbane, i fenomeni culturali e le interazioni con coloro che abitano gli spazi. Questo articolo è una riflessione sul Gruppo Tematico AESOP Public Spaces and Urban Cultures (TG PSUC), sul suo sviluppo dal 2010, sul suo modus operandi e sugli eventi organizzati nell'ambito di temi selezionati, che hanno considerato il binomio sia come oggetto di discussione che come metodo di lavoro, per esplorare e impegnarsi attivamente con le prospettive attuali e future sugli spazi pubblici. PubDate: 2024-06-21 DOI: 10.6093/2281-4574/11015 Issue No:Vol. 17, No. 32 (2024)
Authors:Ricardo Alvira Pages: 23 - 38 Abstract: Negli ultimi anni, diverse città hanno promosso iniziative di partecipazione dei cittadini come mezzo per progredire verso una maggiore governance democratica a livello locale. Tuttavia, un esame della progettazione delle iniziative rivela molte carenze che ostacolano gli apparenti risultati. Queste carenze sono in parte dovute all'attuale concettualizzazione imprecisa del termine democrazia, che non ci permette di decidere tra i vari disegni possibili. Il presente documento delinea quindi una concettualizzazione coerente della democrazia da diverse prospettive, che consente di progredire verso migliori progetti partecipativi per il futuro. A partire da questa concezione della democrazia, vengono passate in rassegna due iniziative partecipative promosse dal Comune di Madrid tra il 2015 e il 2019, legate a un cambiamento politico alla ricerca di una “maggiore democrazia”, mostrando varie carenze nelle procedure. Infine, viene illustrata una procedura per le iniziative partecipative di riforma degli spazi pubblici urbani. PubDate: 2024-06-16 DOI: 10.6093/2281-4574/11008 Issue No:Vol. 17, No. 32 (2024)
Authors:Gülşah Tırış, Hilal Erkuş Pages: 39 - 54 Abstract: Il concetto di “comune” indica una partnership stabilita su una risorsa o su un bene. Tuttavia, questo concetto comprende anche tutte le forme materiali e non materiali dello spazio vitale di una comunità o di un gruppo. Questo studio si propone di rivelare le trasformazioni che i movimenti sociali hanno creato sullo spazio urbano e sulle modalità di utilizzo dello spazio, con un'attenzione specifica al “diritto alla città e alle pratiche di commoning” dopo la crisi del 2008. Concentrandosi sui movimenti sociali urbani dopo la crisi del 2008, sono state scelte aree di studio basate sulle pratiche di commoning in Turchia e Spagna. Abbiamo utilizzato un disegno di ricerca qualitativa raccogliendo dati secondari da articoli, siti web e interviste per analizzare i beni comuni naturali, urbani e di sistema con l'analisi dei contenuti e dei documenti. I movimenti su cui ci siamo concentrati sono movimenti sociali urbani che hanno ottenuto risultati contro gli interventi privati o statali nei confronti dei beni comuni naturali (ecologici), dei beni comuni urbani e dei beni comuni come sistemi. Una delle principali conclusioni a cui siamo giunti è che gli spazi modellati in linea con le richieste dei movimenti sociali possono essere una guida per processi di urbanizzazione equi e partecipativi. PubDate: 2024-06-16 DOI: 10.6093/2281-4574/11010 Issue No:Vol. 17, No. 32 (2024)
Authors:Gaia Daldanise Pages: 55 - 70 Abstract: Nel dibattito internazionale, la cultura ha un ruolo strategico per lo sviluppo sostenibile soprattutto se riferita alla pianificazione dello spazio pubblico. Nello scenario europeo, gli approcci tradizionali alla pianificazione e alla progettazione urbana sono stati integrati con nuovi strumenti operativi in grado di ridefinire i confini urbani pubblici e privati per promuovere spazi pubblici sostenibili e creare nuove economie attraverso le Imprese Culturali Creative (ICC). La comprensione del settore delle ICC, elaborata attraverso l’esplorazione di articoli scientifici, relazioni e documenti politici, fornisce una comprensione delle caratteristiche strutturali, comprese le tendenze future, le sfide e le opportunità, sia a livello nazionale che internazionale. L’analisi ha rivelato il potenziale della creatività come motore dell’innovazione, in particolare negli spazi pubblici, soprattutto nei “luoghi culturali pubblici” come le infrastrutture culturali (ad esempio musei, biblioteche, ecc.) o gli hub (come poli creativi o incubatori) che dialogano con gli spazi e le funzioni urbane. In quest’ottica, la ricerca analizza le buone pratiche legate al rapporto (2023) “100 Italian Cultural Spaces Stories” che studia le tecnologie e le innovazioni italiane negli spazi culturali di tutto il mondo. All’interno di queste 100 realtà, la ricerca ha selezionato e analizzato dodici organizzazioni attraverso un quadro interpretativo sviluppato grazie allo studio della letteratura e delle politiche. PubDate: 2024-06-21 DOI: 10.6093/2281-4574/11011 Issue No:Vol. 17, No. 32 (2024)
Authors:Javiera Alberta Jamett Flores Pages: 71 - 86 Abstract: Le città contemporanee, come organismi in costante trasformazione, riflettono le sfide del mondo attuale. La crescita incontrollata degli insediamenti informali, dovuta alla crisi migratoria, genera condizioni precarie e prive di accesso ai servizi di base. Di fronte alla domanda "Come si manifestano le culture urbane degli insediamenti informali ad Antofagasta e come influenzano la trasformazione dello spazio pubblico'" Questo articolo esplora la relazione tra spazio pubblico e culture urbane nel contesto degli insediamenti informali e analizza le manifestazioni abitative che emergono ad Antofagasta, una città situata sul bordo costiero del deserto di Atacama, Cile. La metodologia utilizzata sarà una combinazione di analisi statistica dei dati su migrazione, abitazione, servizi e spazio pubblico con schizzi e mappature per caratterizzare le condizioni fisiche, culturali e sociali. I risultati mostrano che vengono identificate due tipologie principali che generano segregazione spaziale e trasformano lo spazio pubblico. PubDate: 2024-06-16 DOI: 10.6093/2281-4574/11009 Issue No:Vol. 17, No. 32 (2024)
Authors:Valeria Monno, Silvia Serreli Pages: 87 - 100 Abstract: I profondi cambiamenti sociali, economici, culturali che hanno accompagnato la massiccia privatizzazione delle città hanno cambiato il significato e alterato i valori di spazio pubblico a cui ci riferiamo. L’omologazione attraverso il consumo, l’individualizzazione, il controllo e la mediazione tecnologica hanno eroso l’idea di spazio pubblico come luogo di dissenso, confronto e resistenza alla mercificazione oltre che come luogo di contrasto a dinamiche di marginalizzazione o espulsione. Di fronte a questo mutamento si avverte la necessità di individuare questioni chiave a cui fare riferimento quando pensiamo e progettiamo lo spazio pubblico. Il nostro contributo esplora questo cambiamento di significato e valori attraverso le trasformazioni e il mutamento delle pratiche di produzione dello spazio pubblico con riferimento alla Ex Caserma di via Simon ad Alghero. Si evidenzia come nella transizione la capacità di incorporare nello spazio pubblico una molteplicità di concezioni diverse ne sostenga le dimensioni liminale e formativa indispensabili per coltivare spazi di emancipazione urbana che diffondano inclusione e giustizia spaziale. PubDate: 2024-06-21 DOI: 10.6093/2281-4574/11012 Issue No:Vol. 17, No. 32 (2024)
Authors:Anna Terracciano, Maria Fierro Pages: 101 - 122 Abstract: Con il presente contributo si intende esplorare il ruolo delle pratiche di creatività urbana come volano di attivazione di processi di rigenerazione urbana sostenibile, in particolare per gli spazi pubblici delle aree più marginali e fragili delle città. Si descrive, per farlo, l’esperienza del Parco dei Murales, il primo distretto urbano creativo della Campania, collocato nel Parco Merola, uno dei grandi rioni ad alta densità abitativa e vulnerabilità socio-economica di Ponticelli, la più grande “città pubblica” del Sud Italia. La riflessione proposta mette in tensione la struttura urbana esistente - caratterizzata da una massiccia espansione residenziale pubblica fatta di enclave, infrastrutture sovradimensionate, servizi mai realizzati, spazi aperti in attesa, ecc. – con i piani e i programmi di iniziativa pubblica che si sono susseguiti nel ‘900 e che non mai dato seguito alla realizzazione dei spazi e dei servizi ai cittadini, con le opportunità derivanti dall’azione concreta di alcune pratiche insorgenti come la street art. A Ponticelli infatti, la presenza di numerose associazioni testimonia la vitalità di una cittadinanza attiva che promuove istanze di giustizia sociale, che spesso si manifestano come beni comuni (Mattei, 2012). In questo, le pratiche rigenerative attivate nel Parco dei Murales ci insegnano che, anche in un contesto in cui è fortemente stratificata l’azione delle politiche pubbliche, la riattivazione immediata di parti di città vulnerabili è stata possibile solo grazie al protagonismo degli attori locali e il coinvolgimento degli abitanti, all’interno di processi partecipativi poi evoluti in forme istituzionalizzate di collaborazione tra pubblico e privato. Tale esperienza colloca il caso studio di Ponticelli su tre piani territoriali di interesse per la comunità scientifica e politica: quello strettamente locale, quello nazionale e quello internazionale, in cui il Parco dei Murales diviene una best pratice di riferimento per i processi di rigenerazione urbana basati sui azioni creative. PubDate: 2024-06-21 DOI: 10.6093/2281-4574/11013 Issue No:Vol. 17, No. 32 (2024)
Authors:Jingyi Zhu Pages: 123 - 136 Abstract: L’eterotopia, introdotta da Foucault e sviluppata da molti studiosi di diverse discipline, descrive luoghi che sono diversi, devianti o al di fuori della norma e del mainstream. Caratterizzata dall’ambiguità, dall’apertura e dalla simultaneità, l’eterotopia potrebbe offrire spunti per ripensare lo spazio pubblico contemporaneo e la sua natura pubblica. Più specificamente, la ricerca sullo spazio pubblico ha una forte tendenza a essere di natura normativa che, sebbene utile, non affronta adeguatamente le questioni accentuate dalla crescente complessità della città contemporanea, come l’approccio alle dinamiche contestuali dello spazio pubblico e la qualità relazionale della pubblicità. Questo articolo offre un tentativo di collegare l’eterotopia e lo spazio pubblico. Invece di usare l’eterotopia come etichetta per definire qualsiasi spazio come eterotopico o come quadro analitico definito, attinge agli sviluppi chiave del concetto di eterotopia seguendo l’idea originale di Foucault, ovvero l’eterotopia come spazio di ordinamento alternativo e l’eterotopia in relazione ai modelli normativi di città, agli attori e al cambiamento. Il documento richiama l’attenzione su tre aspetti dello spazio pubblico e della pubblicità, inclusi gli attori e le visioni, la normatività e i processi di ordinamento, al fine di riflettere su approcci allo spazio pubblico che possano rispecchiare e rivelare le complessità inerenti allo spazio pubblico. PubDate: 2024-06-21 DOI: 10.6093/2281-4574/11014 Issue No:Vol. 17, No. 32 (2024)
Authors:Celestina Fazia Pages: 137 - 154 Abstract: Lo spazio pubblico è ogni luogo di proprietà o di uso pubblico fruibile a tutti gratuitamente. Ha proprie caratteristiche spaziali, ambientali ed economiche. La velocità dei cambiamenti sociali e delle modalità di comunicazione, la diffusione della digitalizzazione per la fruizione di servizi e spazi pubblici hanno dato impulso a grandi trasformazioni urbane, riferite sia ai modi di vivere le città che al complesso di forme e regole di strutturazione degli spazi pubblici. Nel saggio si definiscono le caratteristiche dello spazio pubblico, i fattori escludenti dipendenti dalla localizzazione territoriale (centro/periferie) e i cambiamenti indotti dalla digitalizzazione nella qualità delle relazioni e dei fenomeni culturali. Le periferie e le metropoli diventano sempre più segreganti. Gli spazi pubblici, nati per essere inclusivi, diventano sempre più spazi di transito restituendo, a volte, una fotografia sconfortante delle condizioni sociali e urbane. Ci sono spazi pubblici contraddistinti da un processo di adattamento lento rispetto alla velocità delle istanze che la società contemporanea esprime. In questi casi, gli spazi pubblici disattendono il “mandato” sociale che gli è proprio. Le ragioni relative alla scarsa attrattività degli spazi pubblici sono descritte nel saggio unitamente ai presupposti necessari per superare la crisi di rappresentatività. Nelle periferie delle città metropolitane italiane vi è maggiore presenza di famiglie disagiate e vulnerabili. L’articolo propone alcune riflessioni per ripensare al rapporto spazi pubblici-città-ambiente-società nell’era delle grandi transizioni. PubDate: 2024-06-30 DOI: 10.6093/2281-4574/11104 Issue No:Vol. 17, No. 32 (2024)
Authors:Ilaria Del Ponte, Valentina Costa, Daniele Soraggi, Gabriele Ivano D’Amato Pages: 155 - 176 Abstract: : Il Piano Spostamento Casa-Università (PSCU) nasce per pianificare la mobilità degli studenti e dei dipendenti universitari, attraverso la realizzazione di infrastrutture fisiche e l’implementazione di politiche di governance. Tali iniziative mostrano evidenti ricadute nei campus ma anche all’interno dei processi di rigenerazione e utilizzo degli spazi pubblici delle città universitarie. L’esperienza dell’Università di Genova (UniGe) è particolarmente significativa in termini di interazioni tra Università e città pubblica, sia perché rappresentativa di un policentrismo territoriale diffuso, sia per il peso rappresentato dalla community UniGe rispetto alla popolazione locale (circa il 7%). In questo contributo si intende dunque indagare gli interventi proposti nelle prime due edizioni del PSCU di UniGe. In particolare, sarà possibile distinguere tra misure infrastrutturali, a supporto della transizione sostenibile della mobilità universitaria, e di governance, atte ad ottimizzare le interazioni tra flussi e spostamenti dei diversi city users. Come prescritto dal Decreto di istituzione dello strumento, detti interventi si fondano sulla preliminare indagine di abitudini di mobilità e propensione al cambiamento dei membri dell’Ateneo. Inoltre, i risultati così ottenuti risultano significativi non solo per la conoscenza della comunità ma anche al fine di scalare a livello urbano le buone pratiche sperimentate, innescando così un processo di progettazione partecipata con gli enti territoriali. Il PSCU si propone così come strumento a supporto anche di una pianificazione integrata degli spazi pubblici, resa imprescindibile dalla complessità delle dinamiche urbane contemporanee. PubDate: 2024-06-30 DOI: 10.6093/2281-4574/11105 Issue No:Vol. 17, No. 32 (2024)
Authors:Sonal Shubhi Pages: 177 - 200 Abstract: Questo articolo esamina l’impatto trasformativo delle pratiche culturali sulla sfera pubblica urbana a Bangalore, in India, concentrandosi sui loro legami con la sostenibilità sociale. La prima fase dello studio individua, definisce e descrive i luoghi delle pratiche culturali utilizzando quattro pratiche multiscalari della città. Le indagini fisiche e le osservazioni sul campo catturano le trasformazioni spaziali indotte da queste pratiche, compresi i cambiamenti nel controllo, nei livelli di accesso e nell’estensione spaziale degli ambienti pubblici. La seconda fase analizza il modo in cui questi ambienti trasformati contribuiscono alla sostenibilità sociale. Questa analisi utilizza un duplice approccio. Innanzitutto, l’osservazione partecipante aiuta a stabilire l’eterogeneità degli attori e delle attività associate a ciascuna pratica. In secondo luogo, le interviste semi-strutturate con le parti interessate approfondiscono gli impatti sulla sostenibilità sociale di queste pratiche. È stato ideato un quadro di valutazione binario per stabilire il collegamento tra pratiche culturali e fattori di sostenibilità sociale. Lo studio sostiene che mentre le pratiche culturali danno vita agli spazi pubblici, le appropriazioni temporanee degli spazi pubblici spesso interrompono i ritmi cittadini a causa della mancanza di integrazione con la pianificazione urbana. Riconoscere queste pratiche e integrarle nel processo di pianificazione generale può migliorare la sfera pubblica urbana e favorire la resilienza sociale. PubDate: 2024-06-30 DOI: 10.6093/2281-4574/11106 Issue No:Vol. 17, No. 32 (2024)
Authors:Chiara Belingardi Pages: 201 - 212 Abstract: La teoria urbana femminista sfida il modo tradizionale di pensare e organizzare la città, intorno all'idea della dicotomia Pubblico/Privato, dove il contesto pubblico comprende le questioni relative al lavoro produttivo, all'economia e alla finanza, agli spazi pubblici, alle attività politiche e alle relazioni sociali; e quello privato racchiude le questioni relative alla cura/lavoro riproduttivo, agli spazi domestici, alle relazioni familiari. Poiché l'urbanistica è legata all'ambito pubblico ed è informata dalla società patriarcale capitalista, dà priorità agli aspetti economici e finanziari e al lavoro produttivo. Sostenendo che "la persona è politica", il femminismo mira a superare la segregazione tra riproduzione della vita e attività di cura. Le studiose femministe hanno dato al concetto di "cura" un significato più ampio, facendolo passare da compito familiare a questione pubblica. L'articolo si propone di descrivere come sia possibile affrontare concretamente la trasformazione della cura in una questione pubblica, prendendo come esempio due progetti, a Barcellona e a Montevideo. PubDate: 2024-06-30 DOI: 10.6093/2281-4574/11107 Issue No:Vol. 17, No. 32 (2024)
Authors:Gabriella Esposito, Daniela De Gregorio, Luisa Fatigati, Giovanni Canitano, Alessandra Mancino Pages: 215 - 244 Abstract: La pesca, una delle attività di sostentamento più antiche, è ancor oggi centrale nell’economia mondiale, pur con rilevanti differenze. Le Politiche in atto, con l’impulso dato dall’“anno internazionale della pesca e dell'acquacoltura artigianali” proclamato dalle Nazioni Unite per il 2022, mirano a promuovere pratiche di pesca e acquacoltura sostenibili, in grado di aumentare la produttività e la redditività senza compromettere la qualità ambientale e l'equità sociale. In tale ambito, il progetto di ricerca e innovazione dal titolo “Caratterizzazione dell’attività alieutica e delle risorse ittiche nelle acque siciliane, per praticare una pesca sostenibile, basata sulle conoscenze (Knowledge Based Fishing KbF)” inquadra il tema della pesca in un contesto sistemico di gestione della filiera e della relazione tra i players territoriali, operatori e fruitori in diversi ambiti. L’orizzonte di riferimento del progetto sono quelle strategie che istituzioni nazionali, comunitarie ed internazionali stanno promuovendo, con l’obiettivo di migliorare la gestione della pesca e dell'acquacoltura, diversificare le attività economiche, ridurre l'impronta ecologica e aumentare l'utilizzo delle energie rinnovabili. KbF si inserisce nei processi di definizione di indirizzi di policy design adattivi e tagliati su misura per un sistema complesso e soggetto a mutamenti continui e mutue influenze con il territorio e l’ambiente marino. Coniugando un approccio socialmente e culturalmente consapevole alle esigenze di tutela ambientale con obiettivi di sostegno delle attività economiche, KbF ha promosso lo sviluppo di un toolkit decisionale e di co-design articolato in una piattaforma digitale ed una mobile app disegnate per raccogliere, integrare e trasferire dati. Il modello calibrato nel Mediterraneo siciliano è trasferibile e generalizzabile in contesti geo-politici diversi, così come in altre filiere produttive con analoghe catene logistiche. PubDate: 2024-06-30 DOI: 10.6093/2281-4574/11108 Issue No:Vol. 17, No. 32 (2024)