Authors:Paola Schellenbaum Pages: 13 - 34 Abstract: La prospettiva adottata in questo articolo è quella antropologica e degli studi di genere, che permettono di intersecare genere e religioni in modo inedito, nel lungo cammino per il riconoscimento della diversità, delle differenze e dei diritti civili. Le ricerche su genere e sessualità nelle scienze umane e sociali (cosiddetti women’s and gender studies) hanno ormai una storia più che trentennale che ha consentito un dialogo e un confronto interdisciplinare. L’intersezionalità è un riferimento metodologico in molta ricerca sociale come anche il posizionamento che sottolinea la non neutralità dell’osservazione partecipante e l’attenzione alle gerarchie di potere che si declinano in diversi ambiti. Dunque, religione e politica non sono praticate in un vacuum ma sono influenzate dalla cultura e dal gender, inteso come costrutto storico, sociale e culturale. Tutto questo si articola diversamente a seconda delle diverse religioni, e in particolare nell’islam, nei Paesi di origine, nei Paesi di insediamento delle collettività migranti, nei Paesi membri dell’Unione europea e negli eventuali spostamenti o scambi culturali. Gender and religions, the long run of diversity and the politics of recognition This paper adopts an anthropological perspective on gender studies, allowing to intertwine gender and religion in an original way, in the long run towards the recognition of diversity, of differences and of civil rights. Research in gender and sexuality in the human and social sciences (so-called women’s and gender studies) have had a long history in the past thirty years that has nurtured an interdisciplinary dialogue and discussion. Intersectionality is a methodological tool in much social research as well as positionality that addresses the issue of non-neutrality of participant observation. Therefore, religion and politics are not practiced in a “vacuum” but they are influenced by gender which is a historical, social and cultural construct. All that is differently articulated, according to different religious context, particularly in Islam, both in the countries of origin and in the countries of settlement where migrant collectivities live, either in the member states of the European Union or in other transitions and cultural exchanges. Keywords: gender, diversity, religion, history, anthropology, politics of recognition PubDate: 2022-02-14 DOI: 10.13135/2611-853X/6190 Issue No:Vol. 4, No. 2 (2022)
Authors:Paolo Naso Pages: 35 - 47 Abstract: In this essay we will advance the thesis of an Italian Islam that over the years has progressively integrated and become one of the most important components of the Italian religious scene. In spite of this process, however, its juridical status remains undetermined and, while the institutions have given rise to various forms of "informal" recognition, those acts of formal juridical recognition envisaged by the law and by the Constitution itself (art. 8) remain far away. PubDate: 2022-02-14 DOI: 10.13135/2611-853X/6188 Issue No:Vol. 4, No. 2 (2022)
Authors:Fabio Bolzonar Pages: 49 - 64 Abstract: This article studies the role played by religion in the discourse and politics of the League. In its thirty years of life, this party has dramatically changed its ‘religious politics’. If the League of the early nineties was a secular movement that did not disdain to support anti-clerical positions, from the second half of that decade it undertook a ‘conversion’ to Catholicism, which led it, especially after the election of Matteo Salvini as party secretary in 2013, to become a movement that proudly claims its religious roots and presents itself as the most staunch defender of the Christian identity of Italy and Europe. The article analyzes the characteristics of the League's politicization of religion, describes the dynamics of this phenomenon and proposes an explanation of it. Particular attention is paid to the League's evocation of religion to stigmatize Islam, the main target of the propaganda of this party that tends to represent this religion as incompatible with the European civilization. The main argument supported by the article consists in the idea that the evocation of religious values, symbols and narratives by the League is the result of a process of adaptation to the national political-cultural context, thereby the leaders of the Lega have evoked religion to consolidate the party ideology, adapt it to the demands of the electorate, and seize new political opportunities. In this sense, for the League, religion is tool for pursuing power and implementing an exclusionary politics. The article also documents the growing opposition by a part of Italian Catholicism to the League's politicization of religious symbols and shows how the League's leaders have responded to the criticisms that they received by arguing that their policies are consistent with the Catholic teaching and presenting themselves as the best defenders of the requests from Catholic citizens. The most recent phase of the League's evocation of religion has thus turned into an open confrontation with the Catholic Church. Keywords: Lega, populism, radical right, Islam, religion. Questo articolo studia il ruolo della religione nel discorso e nella politica della Lega. Nei suoi trent’anni di vita, questo partito ha radicalmente mutato la propria ‘politica religiosa’. Se la Lega dei primi anni novanta fu movimento secolare che non disdegnava di sostenere posizioni anti-clericali, dalla seconda metà di quel decennio esso intrapreseuna ‘conversione’ al Cattolicesimo, che la portò, soprattutto dopo l’elezione di Matteo Salvini a segretario nel 2013, a diventare un movimento che rivendica con orgoglio le proprie radici religiose e si presenta come il piu’ strenuo difensore dell’identità cristiana dell’Italia e dell’Europa. L’articolo analizza le caratteristiche della politicizzazione leghista della religione, descrive le dinamiche di tale fenomeno e ne propone una spiegazione. Particolare attenzione viene dedicata all’evocazione leghista della religione per stigmatizzare l’Islam, il principale bersaglio della propaganda leghista che tende a rappresentare questa religione come incompatibile con la civiltà europea. L’argomento principale sostenuto dall’articolo consiste nell’idea che l’evocazione di valori, simboli e narrazioni religiose da parte della Lega sia il risultato di un processo di adattamento al contesto politico-culturale nazionale tale per cui i leader leghisti hanno evocato con crescente frequenza la religione per consolidare l’ideologia del proprio partito, adattarsi alle domande dell’elettorato e cogliere nuove opportunità politiche. In questo senso, per la Lega la religione è uno strumento per il perseguimento del potere e attuare una politica esclusionaria. L’articolo documenta anche la crescente opposizione di una parte del Cattolicesimo italiano alla politicizzazione leghista di simboli religiosi e mostra come i leader leghisti abbiano replicato alle critiche ricevute sostenendo come le loro politiche siano consistenti con l’insegnamento cattolico e presentandosi come i migliori difensori delle richieste dei cittadini cattolici. La fase più recente dell’evocazione della religione da parte della Lega si è così trasformata in uno scontro aperto con la Chiesa Cattolica. Parole chiave: Lega, populismo, destra radicale, Islam, religione.
Authors:Francesca Tortorella Pages: 67 - 98 Abstract: Questo contributo propone una riflessione intorno agli accordi di Saretto redatti e firmati nel maggio 1944 da resistenti italiani e maquisards francesi. Tra le montagne, alla frontiera franco-italiana, sono due filoni politico-intellettuali affini d’ispirazione socialista, laica e democratica che, in piena Seconda Guerra mondiale, si ritrovano per porre le basi di una comune ricostruzione europea in nome di valori condivisi e ancora attuali quali le libertà democratiche e la giustizia sociale. La prima parte del saggio definisce anzitutto il contesto internazionale dei primi anni Quaranta, con riferimento particolare alla Francia e all’Italia, soffermandosi sulla concezione ideale, e internazionale, della battaglia antifascista. L’interesse si sposta poi sulle correnti europeiste in seno alla Resistenza francese e italiana (soprattutto piemontese), mettendo in risalto personaggi di primo piano come Henri Frenay, Silvio Trentin, Albert Camus. La seconda parte si concentra, invece, sui protagonisti degli incontri franco-italiani, tra cui Detto Dalmastro, Dante Livio Bianco e Duccio Galmimberti per la Resistenza italiana e Jacques Lécuyer, Jean Lippmannn e Max Juvénal per quella francese. Dopo aver esposto i contenuti elaborati a Saretto, l’articolo s’interroga su alcune ragioni che ne hanno impedito la realizzazione concreta. Lo scopo è di contribuire a una storia transnazionale della Resistenza attraverso l’analisi di un evento tuttora poco studiato. Nonostante il processo di costruzione europea cominci nel secondo dopoguerra muovendo da ispirazioni funzionaliste, simili documenti storici sono di fondamentale importanza per comprendere la pluralità del pensiero europeista. Keywords Accordi di Saretto – Europeismo – Diplomazia partigiana – Resistenza francese e italiana – Seconda Guerra mondiale Abstract This paper proposes a study of the Saretto agreements drafted and signed in May 1944 by Italian resistance fighters and French maquisards. In the mountains, on the French-Italian border, there are two similar political-intellectual strands of socialist, secular and democratic inspiration which, in the middle of the Second World War, came together to lay the foundations for a common European reconstruction in the name of shared and still current values such as democratic freedoms and social justice. The first part of the essay primarily defines the international context of the early 1940s, with particular reference to France and Italy, dwelling on the ideal, and international, conception of the anti-fascist battle. The interest then turns to the Europeanist currents within the French and Italian Resistance (especially Piedmontese), highlighting leading figures such as Henri Frenay, Silvio Trentin, Albert Camus. The second part focuses, instead, on the protagonists of the Franco-Italian meetings, including Detto Dalmastro, Dante Livio Bianco and Duccio Galmimberti for the Italian Resistance and Jacques Lécuyer, Jean Lippmannn and Max Juvénal for the French one. After having exposed the contents elaborated in Saretto, the article questions some of the reasons that prevented its concrete realization. The aim is to contribute to a transnational history of the Resistance through the analysis of an event that is still little studied. Although the process of European construction began after the Second World War, moving from functionalist inspirations, such historical documents are of fundamental importance to understand the plurality of Europeanist thought. Keywords Saretto Agreements - Europeism - Partisan Diplomacy - French and Italian Resistance - Second World War PubDate: 2022-02-14 DOI: 10.13135/2611-853X/5313 Issue No:Vol. 4, No. 2 (2022)
Authors:Filippo Maria Giordano Pages: 99 - 118 Abstract: Nell’articolo si indaga il principio di sussidiarietà e la sua applicazione nel quadro dell’Unione europea e nel contesto nazionale italiano, ponendolo in relazione ai modelli di democrazia, in particolare alla democrazia partecipativa. Inteso come principio fondamentale e regolativo dell’Unione europea, il saggio discute della sua applicazione orizzontale nell’abito delle istituzioni comunitarie, mostrando alcuni limiti sia rispetto alla reale capacità di attivare una partecipazione dal basso sia rispetto alla capacità delle istituzioni europee di correlare – per mancanza di addentellati normativi - la direttrice verticale del principio con quella orizzontale, sollecitata dalle autonomie organiche della società civile. Il saggio infine accenna alla situazione italiana, in cui l’applicazione del principio di sussidiarietà, secondo il dettato costituzionale, sembra aver promosso nuove esperienze di cooperazione tra l’amministrazione pubblica e la società civile che vanno nella direzione di mettere a sistema le due direttrici della sussidiarietà, aprendo a nuovi percorsi di partecipazione democratica. Keywords European integration, subsidiarity, participatory democracy, European Economic and Social Committee, active citizenship PubDate: 2022-02-14 DOI: 10.13135/2611-853X/6205 Issue No:Vol. 4, No. 2 (2022)