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Authors:Anna Chiafele Pages: 5 - 30 Abstract: This article offers an examination of the novel La seconda mezzanotte (2011) by Antonio Scurati. Classified by the author as a catastrophist sci-fi novel, this work is here defined and analyzed as one of the very first Italian examples of climate fiction (cli-fi), a narrative form especially popular in North America, closely related to anthropogenic climate change. The essay discusses some of the topoi that characterize Anglo-Saxon cli-fi, which are clearly present in The Second Midnight. Such recurring motifs will also be discussed, in particular, by highlighting some of the rhetorical tools adopted by Scurati, such as, for example, the effect of estrangement. Through such effects, the reader is spurred to adopt an uncomfortable, “oblique” and unusual gaze. This study highlights Antonio Scurati’s skill and originality in dealing with the causes and global effects of climate change. The author succeeds in making the reader perceive the spatial and temporal magnitude of global warming, which in 2072 Venice materializes dramatically in a Big Wave. The Second Midnight is a human comedy that expands across centuries and continents while narrating the events of a few men living in Nova Venezia in a specific year, 2092. Distant spaces, remote times, human and non-human corporealities converge in a new Venice, which is a piece of a hologram narrating other people’s stories. PubDate: 2022-04-21 DOI: 10.33137/qi.v42i1.38478 Issue No:Vol. 42, No. 1 (2022)
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Authors:Camilla Marchisotti Pages: 31 - 48 Abstract: Questo lavoro si propone di analizzare il ruolo della dimensione visuale all’interno del recente romanzo La notte ha la mia voce di Alessandra Sarchi (2017). Ci si concentrerà, nello specifico, su una video-intervista del famoso tennista McEnroe, messa in confronto da Sarchi con una fotografia della protagonista da giovane; su svariate fotografie di ballerini e di loro particolari anatomici, e in particolare su una fotografia di Nureyev e un suo allievo; su un cartellone pubblicitario raffigurante Kate Moss che indossa un paio di jeans; su un disegno di Carol Rama. Questi variegati elementi visuali menzionati e descritti nel romanzo risultano essenziali per comprendere il senso profondo del testo. Vista anche la formazione artistica dell’autrice, un’analisi visuale riesce a dare conto, più di altre, delle dinamiche di funzionamento interne al romanzo, facendo luce sulle sue tematiche ricorrenti. Oltre alla loro evidente funzione narrativa, lo statuto e la valenza delle immagini in Sarchi si caratterizzano per un approccio complesso, sempre in bilico tra iconofilia e iconoclastia, capace di attivare i molteplici campi di significato e bacini di senso presenti nel testo – dall’elaborazione di un trauma personale a una critica collettiva del sistema capitalista, dalla funzione terapeutica della scrittura alle questioni femministe contemporanee. PubDate: 2022-04-21 DOI: 10.33137/qi.v42i1.38444 Issue No:Vol. 42, No. 1 (2022)
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Authors:Mara Santi, Guylian Nemegeer Pages: 49 - 71 Abstract: This article analyzes two comic incidents portrayed in Gadda’s That Awful Mess on the Via Merulana and its adaptation The Facts of Murder by Pietro Germi. We argue that the inclusion of what we term ‘stereotypical gags’ in the detective novel functions as a modernist device that brings about a distancing of the audience and acts to distort the boundaries of genre. We show how the stereotypical gag both foregrounds and backgrounds the authorial humorous agency and results in satire and parody, respectively. In the first case, the authorial agency explicitly endorses humorous clichés and mocks along with the audience’s societal conventions. In the second case, humour generates a less obvious incongruity with respect to the discourse of the genre, resulting in parody through which the authorial agency mocks the audience and its trust in the values of the traditional detective story. PubDate: 2022-04-21 DOI: 10.33137/qi.v42i1.38479 Issue No:Vol. 42, No. 1 (2022)
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Authors:Teresa Valentini Pages: 73 - 101 Abstract: Il saggio esamina il rapporto che intercorre tra la corrente filosofica detta prospettivismo e il modernismo al fine di rendere conto della natura contraddittoria di quest’ultimo. Il saggio si propone di giungere a questo scopo attraverso l’analisi della narrativa breve di Italo Svevo. La varietà dei racconti, spesso negletti dalla critica, permette di mostrare e teorizzare un prospettivismo sveviano ispirato dalla filosofia di Nietzsche e Schopenhauer e caratterizzato da una particolare rappresentazione prospettica del soggetto e del tempo. È questa natura prospettica, antiassolutistica e antidogmatica che permette di spiegare senza risolvere le contraddizioni costitutive del modernismo e, allo stesso tempo, di rivelare come attraverso queste potenzialità talora contrastanti del reale e dei soggetti che vi abitano, il fenomeno modernista parli ancora al mondo contemporaneo. PubDate: 2022-04-21 DOI: 10.33137/qi.v42i1.38466 Issue No:Vol. 42, No. 1 (2022)
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Authors:Andrea Valentini Pages: 103 - 129 Abstract: Il contributo si propone di analizzare due commedie di Italo Svevo, Inferiorità e l’Avventura di Maria, per fornire una nuova chiave di lettura per il teatro dell’autore triestino. La funzione comica di queste opere, il cui clima oscilla costantemente tra quello della pochade e quello del dramma, è data, infatti, da un particolare tipo di umorismo che scherza e gioca con la tematica della morte. I protagonisti, ingabbiati nel salotto-prigione in cui si trovano, saranno latori di un cinico e perturbante humour nero che permetterà loro di segnare una parziale vittoria nei confronti dell’imperturbabile mondo borghese. PubDate: 2022-04-21 DOI: 10.33137/qi.v42i1.38467 Issue No:Vol. 42, No. 1 (2022)
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Authors:Cristina Acucella Pages: 131 - 162 Abstract: Si danno le prime notizie sull’Accademia degli Sfaccendati, operante a Matera intorno agli anni ’20 del XVII secolo. I dati relativi a questo organismo culturale, di cui si ignorava l’esistenza, sono stati raccolti a partire dal ritrovamento di un esemplare della commedia del materano Orazio Persio, Il mal marito (1623), di cui è significativo il corredo paratestuale, e dall’analisi di alcuni componimenti manoscritti dello stesso autore (Rime diverse, Matera, Biblioteca Provinciale “T. Stigliani,” MS 085). L’indagine cerca anche di individuare le ulteriori tappe della vita accademica materana: agli Sfaccendati subentrerà, negli anni ’30, una nuova accademia fondata da Tommaso Stigliani, rientrato per un certo periodo nella città d’origine. Più in generale, con la ricostruzione di alcuni contatti tra letterati e organi del potere, si fornisce un primo inquadramento della cultura accademica, delle manifestazioni teatrali e celebrative, del canone letterario e degli scambi in questa zona del Regno. PubDate: 2022-04-21 DOI: 10.33137/qi.v42i1.38468 Issue No:Vol. 42, No. 1 (2022)
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Authors:Mercedes Arriaga Flórez , Daniele Cerrato Pages: 163 - 188 Abstract: L’obiettivo di questo articolo è analizzare alcuni aspetti del ‘mondo alla rovescia’ presenti nel Dialogo della bella creanza delle donne (1539) di Alessandro Piccolomini, a partire della caratterizzazione comica delle sue protagoniste. Raffaella e Margherita, hanno tratti in comune con altri personaggi femminili della Commedia del Cinquecento, entrando a far parte della schiera delle donne trasgressive, insidiose e meretrici, con un ruolo importante nella rappresentazione rinascimentale burlesca ed ironica. Raffaella interpreta il tipo della mezzana e Margherita quello della malmaritata e il loro binomio antitetico è costruito sullo spirito parodico che affonda le sue radici nei riti sovversivi del Carnevale e del commento paradossale. Margherita si trasforma in un doppio aberrante della moglie virtuosa, mentre Raffaella è già una donna deformata, in quanto mezzana e prostituta. Piccolomini gioca, dunque, sull’inversione che evidenzia i confini dei ruoli sociali e di genere sfidando le regole della cultura del suo tempo. PubDate: 2022-04-21 DOI: 10.33137/qi.v42i1.38469 Issue No:Vol. 42, No. 1 (2022)
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Authors:Alice Grazzini Pages: 189 - 221 Abstract: Caratteristiche del panorama culturale romano, le zingaresche sono commediole in versi rivolte a un pubblico popolare rappresentate sia in occasione di celebrazioni cittadine che di festeggiamenti privati. Nonostante godessero di un ampio successo, per molto tempo non hanno beneficiato di un’adeguata attenzione da parte degli studiosi. Il presente contributo si inserisce in una più ampia rivalutazione del teatro seicentesco intrapresa negli ultimi anni dalla critica ed ha come oggetto d’indagine Lo scudo d’oro, ovvero li dui arricchiti di Andrea della Grazia romano, zingaresca che ho recentemente scoperto in un fascicolo della biblioteca dell’Università di Harvard (Houghton Library, *IC6 A100 B670z). Lo scudo d’oro per il suo carattere plurilingue e per la peculiarità dei personaggi rappresentati può essere considerato una significativa testimonianza della Roma barocca, città cosmopolita in cui coesistevano diverse varietà linguistiche e altrettante figure sociali trasposte sulla scena teatrale attraverso le maschere della Zingara, del Norcino e del Giudeo. PubDate: 2022-04-21 DOI: 10.33137/qi.v42i1.38470 Issue No:Vol. 42, No. 1 (2022)
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Authors:Andrea Penso Pages: 223 - 251 Abstract: L’articolo ambisce a investigare la percezione che Vincenzo Monti ebbe dell’Inghilterra nella sua poesia ‘politica.’ Piuttosto trascurata, anche a fronte di un sempre crescente peso culturale e politico, nella corrispondenza privata di Monti, l’Inghilterra trova invece uno spazio non piccolo nella produzione in versi del poeta. Un dettagliato close-reading delle opere più rilevanti svela infatti come le idee di Monti si siano tradotte in una serie di stilemi ed espedienti stilistici tipizzata, abbondantemente riusata e quindi facilmente riconoscibile. Questa standardizzazione operata da Monti concorre a dipingere ritratti ben precisi dell’Inghilterra in funzione dei propri scopi di poeta d’occasione, confermando al tempo stesso non una reale curiosità o meditazione sulla nazione come era stato per molti suoi contemporanei, ma piuttosto un interesse ‘strumentale,’ dato specialmente dalla necessità di includerla sulla scena di vivide rappresentazioni messe al servizio della propria poesia encomiastica, frutto di occasioni ‘ufficiali.’ Infine, l’indagine serve anche a comprendere alcune caratteristiche della poesia ‘politica’ di Monti: l’approfondimento del caso-studio in questione permette infatti di decifrare l’ecletticità del poeta per comprenderne alcune delle ragioni e manifestazioni. PubDate: 2022-04-21 DOI: 10.33137/qi.v42i1.38471 Issue No:Vol. 42, No. 1 (2022)
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Authors:Francesca Bianco Pages: 253 - 284 Abstract: Il saggio riconsidera l’intero contesto dei primi Canti leopardiani in rapporto alle due maggiori esperienze di traduzione di Cesarotti: le Poesie di Ossian e l’Iliade. Variamente collegata al concetto di epica antica, benché intesa in modo diverso dal punto di vista sia antropologico sia geografico, la ricezione delle due opere si pone al centro di un nodo interpretativo ed estetico particolarmente centrale nei primi anni dell’Ottocento, un nodo che dà vita a un dibattito al quale partecipa anche il giovane poeta di Recanati. Il suo intervento trova riscontri importanti sia nelle riflessioni affidate ad alcune opere teorico-filosofiche sia attraverso una rete di reminiscenze che punteggiano i versi dei primi Canti. Soprattutto in quest’ultimo caso, Leopardi mostra di attingere all’immaginario dell’epos grazie al filtro della nuova langue creata dall’abate padovano, punto di partenza anche per altre celebri traduzioni iliadiche dell’epoca, che in questo studio sono messe a confronto. PubDate: 2022-04-21 DOI: 10.33137/qi.v42i1.38472 Issue No:Vol. 42, No. 1 (2022)
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Authors:Lorenzo Trovato Pages: 285 - 302 Abstract: Il presente articolo raccoglie una serie di osservazioni organiche inerenti alle fonti dell’Ultimo canto di Saffo, canzone che riveste un’importanza cruciale tanto nei Canti quanto in tutta l’esperienza intellettuale di Giacomo Leopardi di cui, in un certo senso, enuclea l’intera parabola. Lo scopo, in particolare, è di far reagire le riprese testuali e contestuali ossianiche con quelle classiche, al fine di coglierne la ratio strutturale e giungere conseguentemente alla formulazione di una proposta ermeneutica. PubDate: 2022-04-21 DOI: 10.33137/qi.v42i1.38473 Issue No:Vol. 42, No. 1 (2022)
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Authors:Daniela Cunico Dal Pra Pages: 316 - 319 PubDate: 2022-04-21 DOI: 10.33137/qi.v42i1.38465 Issue No:Vol. 42, No. 1 (2022)
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