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Abstract: Sommario L’insulino-resistenza si definisce come un’alterazione del processo di trasduzione del segnale dell’insulina, per cui concentrazioni di insulina normali o aumentate producono un effetto biologico attenuato. Ciò spesso determina un’iperinsulinemia compensatoria. Considerati i suoi effetti biologici, l’insulino-resistenza si manifesta con un quadro clinico variabile, noto come Sindrome da insulino-resistenza, che include alterazioni metaboliche, obesità viscerale, danno d’organo e associazione con altre patologie: sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS), malattie neurodegenerative, patologie neoplastiche. PubDate: 2022-08-02
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Abstract: Sommario In Italia vivono circa 4 milioni di persone con il diabete e ogni anno ci sono circa 350 mila nuove diagnosi. Le persone con diabete ricevono prescrizioni di farmaci, esami di laboratorio e strumentali e richiedono ricoveri ospedalieri più spesso delle persone senza il diabete. Il diabete è gravato da aumentata mortalità e accorcia la vita, soprattutto nelle persone di media età. La qualità della cura nelle persone con diabete è subottimale, soprattutto fra chi non è assistito nei centri diabetologici (che, peraltro, rappresentano dei luoghi “salvavita”). Il diabete contribuisce fortemente alla spesa sanitaria e comporta ingenti spese, non tutte specificamente sanitarie. Nonostante tutto questo e nonostante leggi nazionali e regionali, documenti di indirizzo nazionali e regionali, PDTA regionali e locali, promesse e proponimenti di varia provenienza, la pandemia diabete non riceve le attenzioni che merita. PubDate: 2022-07-27
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Abstract: Sommario La Sindrome dell’Ovaio Policistico (PCOS), disordine endocrino-metabolico tra i più comuni nelle donne in età fertile, determina un impatto negativo sull’intero stato di salute, riproduttivo e metabolico della donna e molto spesso coesiste con uno stato di obesità che sembra essere sia un fattore di rischio sia un fattore aggravante di questa sindrome. L’intervento dietetico e la successiva perdita di peso rappresentano la linea di intervento principale migliorando significativamente il decorso della patologia; tuttavia, non è ancora chiaro quale sia il miglior approccio nutrizionale da adottare nella PCOS. In particolare, un elevato apporto di carboidrati e l’infiammazione cronica di basso grado cooperano con l’insulino-resistenza e l’iperandrogenismo sull’espressione fisiopatologica della PCOS. L’insulina regola l’attività degli enzimi ovarici ed epatici coinvolti nella produzione di androgeni e innesca l’infiammazione cronica di basso grado associata a insulino-resistenza, dislipidemia e malattie cardio-metaboliche. Una dieta sbilanciata, associata tali alterazioni, è una componente chiave in questo “quartetto mortale” di fattori di rischio associati alla fisiopatologia della PCOS. Approcci dietetici nutrizionalmente equilibrati sono uno strumento primario sia preventivo che terapeutico nelle donne con PCOS, riducendo l’insulino-resistenza e promuovendo miglioramenti ormonali e metabolici e, di conseguenza, riproduttivi, conferendo al nutrizionista un ruolo chiave. In questo contesto, la dieta chetogenica è stata proposta come un’attraente strategia nutrizionale sia per la gestione dell’obesità che delle comorbidità della PCOS, metaboliche, endocrine e riproduttive. Nella presente rassegna, riportiamo le ultime e più recenti evidenze disponibili in letteratura scientifica sull’uso della dieta chetogenica nella PCOS. PubDate: 2022-07-27
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Abstract: Sommario Il trattamento del diabete di tipo 1 (DM1) prevede la somministrazione di insulina che tuttavia non rappresenta, com’è noto, una vera e propria “cura” per questa malattia. Negli ultimi decenni stiamo assistendo allo sviluppo di strategie preventive per il DM1 articolate su tre livelli: una prevenzione primaria finalizzata a prevenire lo sviluppo del processo autoimmune responsabile della distruzione \(\beta \) -cellulare che caratterizza la malattia; una prevenzione secondaria per arrestare il processo autoimmunitario e impedire l’esordio clinico del diabete; una prevenzione terziaria per preservare la massa \(\beta \) -cellulare residua e per ridurre il rischio di sviluppo delle complicanze croniche. Fra i molteplici approcci terapeutici sviluppati per impedire, ritardare o arrestare la distruzione \(\beta \) -cellulare l’immunoterapia, in particolare, è stata ed è tutt’oggi oggetto di innumerevoli ricerche. I risultati sono tutt’altro che semplici da raggiungere, in quanto i meccanismi eziopatogenetici alla base del DM1 sono complessi e non ancora del tutto noti. Per il raggiungimento di un’efficacia preventiva è importante, inoltre, tenere in considerazione l’eterogeneità del DM1, la quale indubbiamente ha influenzato i risultati dei trattamenti finora sperimentati, così come validare nuovi biomarcatori che ci permettano di selezionare al meglio i pazienti da indirizzare a un determinato trattamento. PubDate: 2022-07-26
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Abstract: Sommario L’infertilità maschile, caratterizzata dall’alterazione dei parametri spermatici convenzionali e/o biofunzionali, viene riscontrata, da sola o in associazione con quella femminile, in circa il 50% dei casi di infertilità di coppia. Una causa genetica si riscontra in circa il 15% dei pazienti con azoospermia o oligozoospermia. Nonostante un approccio diagnostico approfondito, si stima però che la causa dell’infertilità rimane sconosciuta in una grande percentuale dei partner maschili delle coppie infertili. Recentemente, alcune evidenze hanno suggerito l’esistenza di nuove cause genetiche responsabili di alterazioni della spermatogenesi. Lo scopo di questa Rassegna è quello di valutare le evidenze relative alle alterazioni della spermatogenesi di natura genetica, rivedendo i dati disponibili sia nei modelli animali che nell’uomo. I dati di tale revisione della letteratura ci hanno permesso di suggerire l’uso di un pannello che comprende oltre 60 geni nell’iter diagnostico dei pazienti con alterazioni dei parametri spermatici di natura idiopatica. Alcuni di questi geni sembrerebbero associarsi a uno specifico quadro istologico testicolare. Se confermate, queste evidenze potrebbero in futuro avere un ruolo importante nell’iter decisionale relativo alla gestione del paziente infertile. PubDate: 2022-07-26
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