Authors:Redazione Archeomatica Abstract: La necessità di un intervento sulle opere della Cappella Brancacci è emersa nel novembre 2020, quando è stata verificata la presenza di un piccolo frammento di pellicola pittorica dalla scena con la Disputa di Simon Mago dipinta da Filippino Lippi agli inizi degli anni ’80 del Quattrocento, che ha attivato una verifica congiunta degli Enti deputati (Soprintendenza e Servizio Belle Arti del Comune di Firenze), in seguito alla quale si è reso necessario programmare un approfondimento sullo stato di conservazione generale del ciclo pittorico.Una prima analisi, svolta nel mese di novembre in collaborazione con l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha confermato la presenza di alcuni distacchi dell’intonaco pittorico in atto e la conseguente esigenza di eseguire operazioni di pronto intervento necessarie per la stabilizzazione delle criticità conservative, nonché l’opportunità di sviluppare lo studio delle cause. Nel maggio 2021 gli enti coinvolti nell’indagine sottoscrivevano un protocollo d’intesa finalizzato a coordinare tutte le fasi operative necessarie a garantire la tutela del bene, in cui si assegnavano alla Soprintendenza le operazioni di analisi, monitoraggio e programmazione delle attività, all’Opificio delle Pietre Dure la progettazione e l’esecuzione degli interventi e al Comune, consegnatario del bene, le attività di comunicazione e valorizzazione. Questa individuazione dei rispettivi campi operativi ha dato origine ad un lavoro corale fitto di scambi, dove i raggiungimenti singoli erano immediatamente condivisi e messi a disposizione dell’intero gruppo di lavoro.Il corposo ed innovativo insieme di esperienze scientifiche condotte, che ha visto il coinvolgimento e la condivisione d’intenti degli Enti pubblici interessati ha consentito, grazie alla sperimentazione di tecniche innovative di indagine, l’accertamento di caratteri materici ad oggi ignoti del contesto figurativo, tali da pervenire a nuove ipotesi di ricostruzione della stessa immagine originaria dei dipinti, che potrebbe riscrivere un'importante pagina nella storia del ciclo pittorico e dell’effettivo apporto dei suoi autori. Gli approfondimenti sullo studio del contesto, stimolati e sollecitati dall’interpretazione dell’enorme corpo di informazioni raccolte, con lo sviluppo della conoscenza che le indagini scientifiche delineano, saranno definitivamente illustrati in un convegno da programmarsi entro la primavera 2025 in cui saranno divul... PubDate: Tue, 06 Aug 2024 15:51:58 +000
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: L’arte e la ricerca di impronta tedesca sono protette a Firenze dalla creatività italiana. E’ stata infatti la Makros Srl (Via Saragat 9, Ferrara) a realizzare cinque impianti per complessivi 2 chilometri al Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut, l’istituto di storia dell’arte di Firenze (Via Giuseppe Giusti) recentemente ristrutturato e di imminente inaugurazione.Di proprietà della società tedesca Max Planck, con sede a Monaco, l’istituto è intitolato al fisico tedesco Marx Karl Ernst Ludwing Planck, secondo cui “la scienza è solo il progressivo accostamento al mondo reale”. A Firenze, come in altre sedi, promuove il confronto scientifico internazionale e la ricerca della storia dell’arte e dell’architettura in prospettiva trans culturale con attenzione ad Italia, Europa, Mediterraneo. Qui la Makros ha installato i Blockfire: sistemi archivistici per la protezione dal fuoco che si aprono e serrano con movimento elettromeccanico. Microventilati, per fare respirare il contenuto, sono dotati di una centralina che comanda la chiusura in caso di calore e successive fiamme, mettendo così in salvaguardia il patrimonio contenuto, sia esso costituito da documenti, libri, opere d’arte. Il tutto, senza l’utilizzo di impianti di spegnimento esterno, del tipo estintori (il cui uso può rovinare il materiale e creare danni all’uomo, ndr), quindi con protezione passiva. Al Kunsthistorisches Institut di Firenze gli archivi sono collocati in parte all’interno del palazzo, in parte in seminterrato al di sotto di un giardino interno. Una soluzione trovata per poter difendere tutto il patrimonio in sicurezza. I Blockfire, dal nome del brevetto, sono opere di design con l’aspetto di vere e proprie librerie con spazio intermedio di consultazione. PubDate: Tue, 06 Aug 2024 12:43:40 +000
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: Il mondo dell'archeologia sta vivendo una vera e propria rivoluzione digitale. Grazie alle tecnologie più avanzate, è possibile oggi ricostruire e documentare siti archeologici con un livello di dettaglio mai raggiunto prima.3D TARGET, in collaborazione con Fabricalab.eu, ha portato questa innovazione al Parco Archeologico Nazionale di Luni, utilizzando il laser scanner volante autonomo Leica BLK2FLY.Leggi di piùIl progetto in dettaglioIl team di esperti di 3D Target ha lavorato fianco a fianco con Fabricalab per mappare e ricostruire digitalmente il parco archeologico. Grazie al Leica BLK2FLY, hanno acquisito nuvole di punti 3D di altissima qualità, sia degli esterni che degli interni delle strutture presenti. Questi dati, integrati con quelli acquisiti a terra utilizzando la soluzione Leica RTC360, hanno permesso di creare un modello 3D completo e dettagliato del sito archeologico. I vantaggi di Leica BLK2FLYIl laser scanner volante autonomo Leica BLK2FLY si è rivelato uno strumento indispensabile per questo tipo di progetti. Grazie alla sua capacità di volare in autonomia e di acquisire dati con estrema precisione, hanno potuto:Aumentare la velocità di acquisizione: coprire vaste aree in tempi record.Raggiungere zone difficilmente accessibili: documentare anche le parti più intricate del sito archeologico.Ottenere dati di altissima qualità: creare modelli 3D estremamente dettagliati.Le infinite possibilità del DTMIl modello 3D del Parco Archeologico di Luni rappresenta un elemento fondamentale per la ricerca e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale. Grazie a questa innovativa tecnologia, è possibile simulare interventi di restauro, valutando così l'impatto di ogni modifica prima di attuarla. Inoltre, la creazione di visite virtuali permette a un pubblico sempre più vasto di esplorare il sito archeologico da ogni angolo, anche comodamente da casa. Infine, l'analisi dettagliata dei dati consente di estrarre informazioni quantitative e qualitative in modo più preciso, offrendo nuove chiavi di lettura per comprendere e interpretare il passato. Scopri le soluzioni 3D Target CONTATTA 3D TARGET PER MAGGIORI DETTAGLIcommerciale@3dtarget.it https://www.3dtarget.it/ PubDate: Mon, 05 Aug 2024 16:15:46 +000
Authors:Francesca Salvemini Abstract: Con i risultati di una fluorescenza a raggi X della Presa di Cristo degli Uffizi di Giovanni Ettore GiganteSi è aperta a Catania fino al 6 ottobre 2024, nella Pinacoteca Santa Chiara in Via Castello Ursino 10, la mostra ‘Caravaggio. La verità della luce’ a cura di Pierluigi Carofano, che nel 2023 aveva curato a Basilea l’esibizione ‘Caravaggio e il suo tempo. Tra naturalismo e classicismo' e ha curato, ancora in corso a Noto, la mostra 'La Sicilia di Caravaggio'.Fig.2 - Caravaggio, Presa di Cristo (Palazzo Pitti, Uffizi, Firenze) (Riproduzione: G. E. Gigante) Fig.3 - Caravaggio, S. Giovanni Battista, foto da cellulare (Musei Capitolini, Roma) Fig.4 - Presa di Cristo (Collezione Bigetti, Roma; già Ladis Sannini, Firenze)A Catania sono esposti per la prima volta al pubblico l’uno accanto all’altro i due capolavori degli Uffizi della Presa di Cristo (vedi figura 1 in alto - Caravaggio, Presa di Cristo, foto da cellulare, Sala di Berenice, Palazzo Pitti, Uffizi, deposito) e del Cavadenti. Infatti, solo la seconda delle due tele, nella sua localizzazione museale abituale, perlomeno in questo secolo, a Firenze a Palazzo Pitti, ha avuto visibilità al pubblico. I due quadri in mostra sono esibiti a Catania l’uno dopo l’altro, in modo tale da coglierne la profondità della prospettiva sferica e la luce deformante, oltre alla forte espressività e alla marcata caratterizzazione dei volti. Lo stile carico di contrasto chiaroscurale, che li avvicina cronologicamente, contribuì a suscitare le severe critiche di Francesco Scannelli a proposito dello stato di conservazione del Cavadenti, il solo dei due nel 1656 in possesso del Granduca di Toscana, quando lo storico pubblicò il suo Microcosmo e che, a suo dire, si mostrava effettivamente scurito, già deteriorato. Il catalogo della mostra di Catania, intitolato a Caravaggio, parafrasa allusivamente, con occhio alla contemporaneità del linguaggio filmico, il titolo dedicato nel 2007 da Orio Caldiron e dall’editore Skirà all’esposizione delle opere di uno dei più celebrati maestri di fotografia del cinema italiano, Giuseppe Rotunno. Nella Presa di Cristo (figg.1, 2) di Palazzo Pitti (Uffizi, Firenze) le tre tonalità di rosso del mantello, della tunica e dei calzoni del soldato in primo piano raffigurati da Caravaggio appartengono alle gradazioni del vermiglione, il rosso mattone che compare nella gamma sbattuta dalla luce del mantello del S. Giovannino Mattei (Musei Capitolini, Roma) (fig.3) e che meno indulgono al cremisi e al carminio, che, più o meno brillanti, sono ostentati nelle copie. Il suo timbro acceso, anche in confronto allo stesso rosso sbiadito della tovaglia del Cavadenti (Uffizi, Firenze), fa distinguere, tra i tizzoni accatastati nell’angolo in basso a sinistra del S. Giovannino (fig.3), un bagliore di fiamma e non piuttosto un lembo del suo mantello (una pianta di tasso barbasso è dipinta nell’angolo in basso a destra). Le gradazioni del rosso sono ottenute con la mescolanza di terre.Senza presentare come originale la Presa di Cristo degli Uffizi (figg.1 e 2), sembrerebbe questa quasi una condizione del museo degli Uffizi prestatore, la mostra contribuisce ad aprire alla visibilità pubblica, sbandierata e di fatto irrealizzata, di un dipinto già in deposito esterno al pari del Cavadenti e riportato agli Uffizi pochi decenni fa, ma che non è più stato esposto da secoli. E’ stato ripubblicato con un imponente dispiegamento di documentazione, non tutta pertinente a questo dipinto soltanto, nel volume che il museo degli Uffizi ha curato nel 2019. Eppure quasi nessuna delle illustrazioni di quel testo, che il museo fornisce, potrebbe dirsi fedele alla sfera del visibile, mentre agli Uffizi tuttora è collocato in deposito nella Sala di Berenice di Palazzo Pitti, che è chiusa al pubblico. Tra gli autori del catalogo della mostra di Catania spiccano i contributi di Emilio Negro e di Donatella Spagnolo, che ha dedicato la propria bibliografia all’esordio romano di Caravaggio in rapporto alla personalità di Mario Minniti.La Presa di Cristo BigettiIl 14 ottobre 2023 è stata inaugurata un’esposizione dedicata al dipinto della Presa di Cristo della romana collezione Bigetti (fig.4), anch’esso attribuito a Caravaggio con ampia documentazione nel relativo catalogo delle fasi del suo restauro. Quest’altro quadro nel secolo scorso era stato schedato e pubblicato come proveniente dalla raccolta Ladis Sannini di Firenze, che in realtà si è rivelato essere il legale rappresentante dei Ruffo di Calabria di Napoli. A cura di Francesco Petrucci ed edito dalla romana De Luca Editori d’Arte, l’accurato catalogo dell’esibizione a Palazzo Chigi ad Ariccia, ora proseguita a Palazzo Ricca a Napoli, arricchisce di dettagli la provenienza del dipinto, la cronologia degli interventi di restauro e la travagliata vicenda del fermo dell’opera, che è stata quindi restituita al suo ultimo proprietario romano, il gallerista antiquario Mario Bigetti. Del resto vicissitudini perfino p... PubDate: Mon, 05 Aug 2024 14:57:07 +000
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: Online Archeomatica 2 - 2024: conservare il passato nel mondo Digitale.La digitalizzazione dei beni culturali è il processo di conversione di oggetti fisici del patrimonio culturale in formati utilizzabili e accessibili attraverso tecnologie digitali. Questo processo comprende diverse fasi, tra cui la cattura, la riproduzione, la gestione e la diffusione di immagini, testi, suoni e video relativi a manufatti artistici, documenti storici, opere letterarie, archivi, siti archeologici, musei, e altri testi culturali. Ad oggi assume un ruolo cruciale in un’ottica di accessibilità, conservazione, formazione, educazione e ricerca. Un’opportunità, quindi, straordinaria per preservare, valorizzare e rendere accessibile il patrimonio culturale e umanitario, pur affrontando sfide tecniche, economiche e legali significative. La Preservazione dei Beni Culturali è fondamentale perché comporta una ‘protezione della degradazione fisica’, riducendo, ad esempio, l’usura: la manipolazione fisica di documenti, manufatti e opere d'arte che è spesso causa inevitabile di danni e di deterioramento. La digitalizzazione permette di creare copie ad alta risoluzione che possono essere utilizzate per lo studio e la visualizzazione ottimale dei documenti, riducendo la necessità di manipolare gli originali.”.continua" EDITORIALE 3 Conservare il Passato nel Mondo Digitale di Valerio CarlucciDOCUMENTAZIONE 6 URBE: Applicazioni di Game engine per la valorizzazione del patrimonio culturale attraverso dinamiche di edutainment di Massimo Limoncelli, Marco Cangemi10 Una rivoluzione visuale: quando l’Intelligenza Artificiale mette l’arte nelle mani di tutti di Francesco Paolesse14 Un mix di tecnologie per accrescere la fruizione e l’accessibilità alla rete delle 100 chiese romaniche della Sardegna di Antonello FigusGUEST PAPER 20 Intelligent Smart Tourism Education: some experiments with AI based Learning for Cultural Tourism by Michele Angelaccio, Michele Fasolo, Lucia ZappitelliRIVELAZIONI 26 Holograms per i Beni Culturali: le innovazioni per la fruizione artistica di Manuel Mazzone, Michele Battista, Marco Rinelli32 Le Collezioni Digitali del FAI ad HaltaDefinizione: un patrimonio nel patrimonio A cura della RedazioneMUSEI 38 Trasformazione digitale delle Collezioni civiche di Ascoli Piceno. Un progetto innovativo tra università e musei di Paolo Clini, Ramona Quattrini, Eva S. Malinverni, Roberto Pierdicca, Iva Vasic, Stefano Papetti, Matteo Felicetti Per sfogliare il numero online clicca quiI singoli articoli sono disponibili in open access qui Per abbonarsi alla rivista cliccare qui PubDate: Fri, 02 Aug 2024 08:51:17 +000
Authors:Matteo Serpetti Abstract: Archeologia preventiva per conciliare la tutela del patrimonio con le esigenze operative di interventi relativi a piccole e grandi opere infrastrutturali. È di questo che si occuperà il primo convegno sul tema dal titolo: “Archeologia Preventiva, teorie, metodi ed esperienze”, che si terrà a Soriano nel Cimino (VT) il 18 ed il 19 ottobre 2024.L’iniziativa, nata all’interno del Master di II livello in “Archeologia Preventiva e Gestione del Rischio Archeologico”, è promossa dall’Università degli Studi della Tuscia, il Ministero della Cultura (DG Musei, DG ABAP), ICA (Istituto Centrale per l’Archeologia), Italferr (Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane) e Archeoimprese (associazione delle imprese archeologiche), SABAP Viterbo e Etruria Meridionale, in collaborazione con il Comune di Soriano nel Cimino, il Museo Civico Archeologico dell’Agro Cimino e l’Ente Sagra delle Castagne.Il convegno si propone di sottolineare quanto ormai l’archeologia preventiva occupi un ruolo centrale nel campo della professione dell’archeologo, rappresentando per molteplici aspetti il futuro della ricerca archeologica sia in ambito nazionale che internazionale.Dai caratteri di episodicità e di straordinarietà delle prime esperienze, la procedura di archeologia preventiva negli ultimi anni si è ormai consolidata e fornisce metodologie di indagine consapevoli, funzionali ad arricchire la conoscenza, a favorire la valorizzazione dei contesti rinvenuti, garantendo il giusto equilibrio tra sviluppo infrastrutturale e tutela del patrimonio archeologico.Il convegno, si pone l’obiettivo di raccogliere e connettere riflessioni ed esperienze relative ai seguenti ambiti di interesse: Remote and proximal sensing applicati all’archeologia preventiva, Metodi di documentazione dell’archeologia preventiva, Archeologia preventiva come ambito di carriera professionale e occupazionale, Valorizzazione e ruolo sociale dell’archeologia preventiva, Esperienze e casi studio (sessione poster).L’evento, si mostra dunque come l’occasione giusta di raffronto e discussione di questi temi caldi mediante le varie esperienze presentate che potranno così essere argomento di confronto critico nei tavoli di discussione insieme agli esperti dei diversi settori coinvolti.Sarà possibile presentare gli abstract entro il 25 Agosto 2024, presentando la proposta a questo link: Presentazione Archeologia Preventiva PubDate: Fri, 26 Jul 2024 15:04:05 +000
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: Nell’era presente le tecnologie di Realtà aumentata (AR) e di Realtà Mista (MR) stanno ridisegnando il modo in cui ci relazioniamo con il mondo e non sono solo strumenti di intrattenimento, ma mezzi per innovare vari settori specialmente in campo museologico. Negli ultimi mesi, Haltadefinizione ha sviluppato innovativi percorsi di valorizzazione dei capolavori dell’Image Bank attraverso visori in MR e VR. Grazie a tecnologie di tracciamento oculare, comandi gestuali e alla straordinaria qualità visiva offerta, i più recenti visori consentono modalità di fruizione che trasformano la nostra percezione dell'arte e della cultura. I capolavori più noti possono sembrarci come se fossero osservabili per la prima volta, oltre il degrado del tempo.Ricordiamo come la Realtà virtuale è una tecnologia che ricostruisce da zero un ambiente virtuale, dove l’utente si trova trasportato in una nuova dimensione e per utilizzare la VR è necessario l’impiego di particolari visori che hanno la capacità di mostrare all’utente la realtà digitale ricreata. La Realtà Mista (MR) è invece la sinergia del mondo fisco e del mondo digitale in tempo reale, la realtà viene potenziata da elementi non presenti fisicamente, ma con cui è possibile interagire tramite dispositivi appositi dinamicamente.I visori per la Realtà Mista (MR) e la Realtà Virtuale (VR) con il semplice movimento degli occhi e delle dita permettono di accrescere la visione del mondo reale e nel settore culturale le applicazioni sono molteplici: organizzazione di esposizioni temporanee in spazi digitali, tour virtuali in musei, esperienze educative, esplorazioni di opere d’arte da molteplici punti di vista, analisi di dettagli e confronti simultanei con opere di diversi stili e periodi.Tra le prime visite in VR di Haltadefinizione si annovera quella degli affreschi di Giotto della Basilica Superiore di San Francesco di Assisi, realizzata nel contesto del Fuorisalone a Milano. I visitatori sono stati trasportati virtualmente al centro della Basilica assisiate, e da qui hanno potuto ammirare nei minimi dettagli gli affreschi raffiguranti le scene della Vita di San Francesco.In seguito, nel corso del Pitti Uomo a Firenze i visitatori sono stati accolti virtualmente in quello che viene considerato il tempio della moda vintage in Italia: l'Archivio A.N.G.E.L.O. di Lugo di Romagna. Gli utenti sono stati letteralmente immersi nel suggestivo contesto dell'ex chiesa centrale, uno stupendo luogo storico all'interno dell’archivio dove si trovano calzature, cappelli, pelletteria, borse, cinture e piccoli accessori.Nella fiera dell’innovazione digitale We Make Future a Bologna, è stata, invece, presentata presso lo stand del Ministero della Cultura un'App in Realtà Mista della Tomba del Tuffatore di Paestum. Haltadefinizione ha ricostruito virtualmente questo capolavoro, all’ interno del visore è stato integrato il modello tridimensionale dell’opera, i visitatori hanno avuto la possibilità di posizionarla virtualmente all’interno degli spazi della fiera, zoommare a piacimento su ogni singola scena e ingrandirla, osservando da vicino tutti i particolari dell’opera. Haltadefinizione combina tradizione e innovazione, aprendo una nuova era di accessibilità e fruizione dell’arte.
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: Condizioni climatiche appropriate – ovvero temperatura e umidità dell’aria compatibili con l’oggetto – sono uno dei principali fattori nella conservazione di beni artistici e culturali.Tutti gli altri fattori dannosi possono essere ridotti e, nel migliore dei casi, persino eliminati (per es. inquinanti o illuminazione). Il calore e l’umidità, invece, sono sempre presenti e, a seconda dei materiali, producono effetti diversi sui singoli oggetti: le condizioni indicate per un materiale possono infatti essere sfavorevoli o dannose per un altro. Le basse temperature sono in genere migliori in quanto rallentano l’invecchiamento naturale e i danni, ma si scontrano con le esigenze di chi si trova nel museo.A parte determinate eccezioni, si devono mantenere una temperatura confortevole, luce sufficiente e aria pulita per garantire una visita piacevole ai visitatori e buone condizioni di lavoro al personale del museo. Tutti questi sono fattori che influenzano notevolmente, e possono alterare, il clima per gli oggetti esposti. Creare un clima idoneo nei depositi e gestire le situazioni di stoccaggio è un po’ più facile.Testo presenta sul mercato un sistema di monitoraggio appositamente sviluppato per musei e archivi. Il nuovo testo 160 vi permette controllare, in modo completo e discreto, le condizioni climatiche delle opere esposte o archiviate, ovunque vi troviate. testo 160 misura, sorveglia e documenta temperatura, umidità, illuminamento, radiazioni UV, concentrazione di CO 2 e pressione atmosferica senza interruzioni, con la massima precisione e in modo automatico.Ciò permette di mantenere inalterato il valore dell’opera e, ai responsabili, di rispondere agli obblighi di documentazione. I data logger trasmettono i valori di misura tramite la rete WiFi direttamente all’archivio online: il Testo Cloud. Da qui possono essere consultati con un PC, tablet o smartphone in qualsiasi luogo in cui è disponibile una connessione internet e senza installare alcun software. Testo SpA via F.lli Rosselli, 3/2 Tel: 02/33519.1 e-mail: info@testo.it PubDate: Thu, 04 Jul 2024 15:45:34 +000
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: Un solo controller Android con installato il software FOIF mod. SurPad 4.2 è necessario per poter utilizzare un gnss FOIF mod. A90 ed una Stazione Totale FOIF mod. RTS100 o RTS330. Se poi si possiede un gnss FOIF mod. A90 è sufficiente togliere il controller dal supporto asta gnss e collegare via Bluetooth il controller stesso alla Stazione totale FOIF.Così facendo si potrà aprire lo stesso file utilizzato per il lavoro con il gnss A90, fare stazione su un punto rilevato con A90, orientarsi verso un altro punto rilevato con A90 e continuare il lavoro con la Stazione Totale FOIF mod. RTS100 o RTS330.Ritornando in ufficio si scarica un solo file comprendente tutte le misure, sia quelle gnss che quelle Stazione Totale.SurPad 4.2 è completamente in italiano, include programmi di rilievo, tracciamento, stazione libera, calcolo sezioni, tracciamento stradale, calcolo area, calcolo altezza punto inaccessibile, calcolo distanze tra due punti, punto sulla linea, e molto altro ancora.SurPad 4.2 permette di scaricare i dati in molti formati precompilati ed inoltre permette di creare la stringa dati più idonea al software da ufficio.VIDALASER è importatrice ed assistenza tecnica ufficiale FOIF per l’Italia dal 2003. Geom. Oreste Vidal vidaLaser di Vidal Geom. OresteVic. N. Tommaseo 3IT-20020 Lainate MITel. 029371038Email info@vidalaser.comSkype VIDALASERweb www.vidalaser.com PubDate: Thu, 04 Jul 2024 15:27:49 +000
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: È online il calendario didattico con tutti gli appuntamenti che la Formazione TerreLogiche ha in programma nei mesi autunnali. Le iscrizioni sono già aperte e riservare in anticipo il proprio posto permette di usufruire della promozione Early Booking, grazie alla quale si potrà acquistare il corso online scelto a un prezzo scontato. Altro vantaggio offerto a chi invece è interessato a due o più corsi è la formula del pacchetto formativo, caratterizzata non solo da una riduzione rispetto al normale prezzo di listino dei corsi ma anche dalla possibilità di dilazionare il pagamento.Inaugura la ripresa delle attività dopo la pausa estiva il corso di livello base dedicato ai Sistemi Informativi Geografici e al software QGIS in particolare “GIS Open Source Base (QGIS)” (25-26-27 settembre), cui seguiranno alcuni moduli incentrati su tematiche ambientali e legate ai temi della sostenibilità e dell'economia circolare, come "Valutazione Ambientale Strategica (VAS)" (1-2, 7-8 ottobre), "LCA: Analisi del Ciclo di Vita e sostenibilità ambientale di prodotto" (9-10-11 ottobre), “ESG: Strumenti per misurare la Sostenibilità e il grado di circolarità un'organizzazione” (14-15, 21-22 ottobre) e "Agricoltura di precisione" (21-22, 28 ottobre). Sempre nel mese di ottobre sono in programma anche nuove sessioni dei corsi base “Statistica con R” (10-11, 17-18, 21 ottobre) e "Programmare i GIS con Python" (22-23-24 ottobre). Torneranno invece a novembre “Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)” (11-12, 18-19 novembre) e “Statistica multivariata e machine learning con R” (13-14-15, 18-19 novembre), da poco entrati a far parte dell'offerta didattica TerreLogiche, e gli appuntamenti dedicati al telerilevamento multispettrale e SAR: “Telerilevamento Multispettrale Base” si terrà il 19-20, 25 novembre e "Telerilevamento SAR e Interferometria” il 26-27-28 novembre. In questo mese non mancheranno anche opportunità per quanti interessati alla modellazione idraulica con il software freeware HEC-RAS (“Modellazione idraulica con HEC-RAS” 11-12-14 novembre) e alle tecniche di rilievo fotogrammetrico 3D (“Rilievo fotogrammetrico 3D e gestione delle nuvole di punti” 27-28-29 novembre). Si ricorda infine che la partecipazione ai corsi della Formazione TerreLogiche permette di svolgere un test finale di valutazione, gratuito e non obbligatorio, attraverso il quale non soltanto si potranno mettere alla prova le nuove conoscenze acquisite, ma si potrà anche ottenere un attestato di partecipazione e profitto personalizzato con cui arricchire il proprio curriculum. Per maggiori informazioni su calendario didattico, costi e agevolazioni clicca QUI PubDate: Thu, 04 Jul 2024 14:20:31 +000
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: Scientifica Venture Capital lancia GlitchZone, la nuova start-up competition volta ad identificare progetti in grado di rafforzare il panorama della sicurezza informatica. L'iniziativa è promossa con l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale - che ha costituito un Cyber Innovation Network proprio con lo scopo di avviare programmi di supporto rivolti a start-up e spin-off in ambito cyber.ACN - in sinergia con Scientifica Venture Capital - sosterrà le start-up con servizi e contributi finanziari finalizzati a verificare il potenziale delle tecnologie proposte in contesti di impiego reali, sosterrà - inoltre - con appositi percorsi di sviluppo la crescita imprenditoriale di soluzioni già validate. Con un' attenzione senza precedenti alla protezione delle infrastrutture digitali e dei dati sensibili, GlitchZone si prepara - quindi - a svelare le soluzioni più promettenti nel campo della Cybersecurity. In un'era in cui la nostra vita quotidiana è sempre più interconnessa attraverso dispositivi promettenti intelligenti e reti, la sicurezza informatica è diventata cruciale per garantire il nostro benessere digitale. Senza una cybersecurity robusta, siamo vulnerabili a intrusioni malevole, frodi informatiche e violazioni dei dati che possono avere conseguenze devastanti su individui, aziende e intere nazioni. Le start-up della cybersecurity rappresentano un pilastro fondamentale nella difesa contro le minacce digitali in costante evoluzione. Con la proliferazione di dispositivi intelligenti, l'esplosione dei dati e la diffusione di minacce online sempre più sofisticate, la necessità di soluzioni innovative è diventata una priorità innegabile. GlitchZone si pone, quindi, l'ambizioso obiettivo di identificare e sostenere le migliori soluzioni tecnologiche in ambito di sicurezza informatica con particolare riferimento a settori come: scienza dei dati; intelligenza artificiale; robotica; internet of things;blockchain; computazione quantistica; crittografia. Candidare il proprio progetto ad un'iniziativa come GlitchZone ed essere selezionati significa ottenere vantaggi davvero rilevanti quali: ● l'opportunità di accedere, previo processo di selezione, ad un contributo a fondo perduto da parte dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale; ● un percorso di accelerazione totalmente customizzato; ● percorsi formativi per rafforzare la business strategy; ● collaborazioni strategiche con leader del settore; ● visibilità globale grazie ad un network internazionale; ● un possibile ticket di investimento da parte di Scientifica Venture Capital “Siamo entusiasti di annunciare il lancio di GlitchZone, il programma sulla cybersecurity promosso con ACN. In un'epoca in cui la sicurezza informatica è più critica che mai, GlitchZone rappresenta un'importante iniziativa per identificare le migliori soluzioni in grado di rafforzarla. Il nostro obiettivo è creare un ecosistema resiliente per affrontare le sfide sempre più complesse del panorama digitale odierno. Siamo impazienti di collaborare con i migliori talenti per costruire un orizzonte digitale più sicuro per tutti. Ringraziamo ACN per averci selezionato tra gli operatori dotati delle competenze imprescindibili per portare avanti una start-up competition di questo livello” ha dichiarato Riccardo D’Alessandri managing partner di Scientifica Venture Capital "Con il Cyber Innovation Network abbiamo scommesso su realtà giovani e innovative. Crediamo, infatti – ha dichiarato il Direttore Generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Bruno Frattasi – che l’ecosistema cibernetico nazionale possa giovarsi di una sempre più efficace collaborazione tra i soggetti della ricerca, pubblica e privata, le Istituzioni, il mondo dell’imprenditoria e i fondi di investimento".Tutte le informazioni e le modalità di partecipazione all’ iniziativa sono disponibili cliccando QUI Scientifica Venture Capital PubDate: Thu, 04 Jul 2024 09:28:36 +000
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: La formazione è una componente strategica per il miglioramento e l’aggiornamento delle competenze digitali, una sfida costante e indispensabile per la tutela, la valorizzazione e la conservazione del patrimonio culturale con innovativi approcci multidisciplinari. "Trasformare la digitalizzazione in valore. Strumenti, strategie e soluzioni per valorizzare il patrimonio" è il nuovo webinar promosso e organizzato dalla società Haltadefinizione.Il Webinar è gratuito, previa iscrizione e si terrà il 10 Luglio 2024 dalle ore 15.00 alle ore 16.00, la partecipazione consentirà di scoprire come investire nella digitalizzazione del patrimonio sia un'opportunità di crescita e innovazione, verranno esplorate soluzioni avanzate per la conservazione, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio digitale, aprendo la strada a nuove possibilità di interazione e accessibilità. I Digital Asset Manager, ad esempio, sono fondamentali per la conservazione e l'accesso efficace al patrimonio digitale, nel webinar, infatti verrà presentato: Coosmo, uno strumento avanzato sviluppato per la gestione e la fruizione immediata di immagini in gigapixel e non solo. Specificatamente progettato per la gestione di grandi quantità di asset digitali, Coosmo facilita la condivisione e l'integrazione con altri patrimoni digitali, garantisce prestazioni ottimali e interoperabilità, rendendo la fruizione online efficiente e offrendo servizi di archiviazione digitale e di digital preservation dei beni culturali.Nello specifico il webinar sarà suddiviso in tre parti: Digital Library L'importanza e l'evoluzione delle Digital Library, esplorando le migliori pratiche per la gestione del patrimonio digitalizzato. Giorgio Spinosa- CEO Hyperborea e Mida Digit Digital Asset Manager Le funzionalità avanzate di Coosmo, dei viewer e come questi strumenti possono rivoluzionare e agevolare fruizione e gestione degli asset digitali. Giovanni Borelli - CTO Haltadefinizione e Memooria AI & Realtà Aumentata L'integrazione di AI e tecnologie di realtà aumentata, come Apple Vision Pro, per la valorizzazione del patrimonio culturale. Luca Panini - CEO Franco Cosimo Panini Editore Modera: Vincenzo Marsico - Direttore Commerciale Haltadefinizione Se intendi trasformare il tuo patrimonio culturale in un asset di valore e passare al livello successivo, questo è l'appuntamento perfetto per te. Iscriviti QUI PubDate: Thu, 27 Jun 2024 12:16:25 +000
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: Un’installazione modulare lunga complessivamente 27 chilometri per una profondità di 12 metri, parzialmente collocata al di sotto di un lago al centro dell’area verde del polo librario di Rami Barrack. Inaugurato a gennaio 2023, frutto della ristrutturazione di una fortezza settecentesca, è il più grande di Istanbul, il secondo per ampiezza della Turchia.A realizzarla è stata Makros srl, azienda ferrarese nota nel mondo per il brevetto BLockfire, che progetta sistemi archivistici per la salvaguardia dei beni culturali, nella fattispecie manoscritti, pergamene, documenti, libri, quadri, suppellettili. Tutto ciò che deve essere conservato nei secoli, perché ha che fare con l’arte, la cultura, l’identità. Proprio in questi mesi, è in corso l’inserimento e la catalogazione delle opere, due milioni di volumi e quadri che occupano a loro volta 400 metri quadrati.L'istallazione degli archivi – una sorta di cittadella - è nella parte centrale del complesso, al centro del quale si apre un grande parco con giardino, laghetto e ristoranti. Già dalle vetrate d’ingresso è visibile il primo blocco di archivi, a doppia altezza, circa 8 metri per 7 di larghezza, che si può vedere in funzione grazie a un totem. Vi è poi un ulteriore livello sotterraneo, in cui si aprono altri archivi – una ventina di impianti di differenti dimensioni - alti 4 metri e attrezzati con il BLockfire, che protegge in forma passiva, e senza necessità di impianti di spegnimento esterno, dal fuoco. Sono dotati di movimentazione elettromeccanica, con sensori di chiusura in caso di terremoto e di sistema di monitoraggio delle condizioni ambientali interne.Una protezione tangibile e un lavoro costante in Makros, Massimo Luise il fondatore, esperto di sistemi di archiviazione, insieme alla sua squadra composta da periti, esperti in sensoristica, biologi, matematici, con sensori di ultima generazione e software creati da zero studiano le condizioni che si replicano negli armadi per prevenire la presenza di funghi, acari e batteri. Protezione, progettazione e prima di tutto la conservazione intelligente, costante, continuativa ed efficace. La Tecnologia grazie a Makros viene applicata all'informatica avanzata e dinanzi ad ogni istallazione vengono effetuate indagini ambientali con ricerche continue e trasversali. PubDate: Fri, 07 Jun 2024 10:28:00 +000
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: Disponibile nelle versioni 0,5” ed 1” con EDM 1mm±1ppm, la serie RS10 è dotata di ricerca automatica del prisma e di riaggancio del prisma in caso di “sgancio” della connessione stazione totale-prisma fino a 1000m. Rs10 è dotata di un distanziometro reflectorless fino a 1000m, 1200m con target riflettente e 5000m con un singolo prisma standard da 60mm. Sensore di temperatura e sensore di pressione con calcolo delle correzioni PPM in tempo reale o impostabili manualmente, piombo laser regolabile, compensatore biassiale automatico, display da 6 pollici dritto-rovescio retroilluminati con tastiere touchscreen e 15 pulsanti fisici completano la dotazione hardware.Il software di bordo dello strumento SurPad 4.2 Android è completamente in italiano e con CAD integrato. Tutta la potenza di SurPad 4.2 è presente in RS10, un software ormai diventato garanzia di prestazioni ed affidabilità che si conferma anche con le funzioni robotizzate per RS10.VIDALASER è importatrice ed assistenza tecnica ufficiale FOIF per l’Italia dal 2003.Oreste VidalvidaLaser Vic. N. Tommaseo 3 IT-20045 Lainate MI Tel. 029371038 Email info@vidalaser.com Skype VIDALASER web www.vidalaser.com PubDate: Wed, 05 Jun 2024 20:09:08 +000
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: In Basilicata ha preso il via il progetto pilota “Share Art” che misura il gradimento dei visitatori verso le opere d’arte, realizzato nell’ambito di Basilicata Heritage Smart Lab. L’iniziativa è cofinanziata dalla Regione e vede la partecipazione di ENEA, Cnr - Istituto di Science del Patrimonio Culturale (capofila), Università della Basilicata e il cluster regionale Basilicata Creativa che riunisce circa 40 imprese lucane del settore culturale e creativo.Come sito pilota della sperimentazione è stata individuata la Pinacoteca provinciale di Potenza, dove il progetto è stato sviluppato da ENEA in collaborazione con il Polo della Cultura della Provincia di Potenza e il supporto di Diótima, una delle aziende di Basilicata Creativa.“Lo Smart Lab ha come primo obiettivo di valutare l’interesse dei visitatori nei confronti delle opere esposte nella Pinacoteca, attraverso un approccio che analizza un insieme di dati. Questo è possibile utilizzando un semplice QR Code da inquadrare per approfondire la conoscenza dell’opera a cui è associato, rendendo così il visitatore parte attiva dello studio”, spiega la referente scientifica del progetto Carolina Innella, ricercatrice ENEA della Sezione Supporto al Coordinamento delle Attività sull’Economia Circolare.Il progetto prevede anche il monitoraggio dell’interazione tra visitatori e luoghi espositivi: con l’impiego di sensori vengono rilevati i valori esterni e interni di temperatura e umidità con l’obiettivo di ottimizzare le condizioni di conservazione delle opere e il comfort dei visitatori.“La presenza di persone e la loro permanenza all’interno di un ambiente determina una variazione di tali parametri e, allo stesso tempo, il rispetto di condizioni confortevoli per i visitatori è importante per favorire la fruizione degli ambienti espositivi, assicurando una visita il più possibile piacevole e rilassata e incidendo così sul tempo di permanenza”, conclude Innella.I dati raccolti permetteranno inoltre di avere indicazioni utili su come migliorare l’esposizione delle opere. Fonte: ENEA - Comunicato Stampa PubDate: Wed, 05 Jun 2024 19:40:52 +000
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: L’azienda CODiART, sempre più affinando la propria competenza nel campo dell’automazione, della robotica e della visione, si dedica con passione a fornire nuove prospettive e fare innovazione nel meraviglioso mondo dell’arte. La missione è di spingere i confini dell’arte grazie alla tecnologia avanzata, aprendo nuovi orizzonti e aprendo la strada a un futuro di creatività senza limiti. Lo scopo primario consiste nel preservare, valorizzare, condividere e conservare il ricco Patrimonio Culturale, utilizzando le tecnologie più avanzate e all’avanguardia disponibili, trovando soluzioni innovative per proteggere e promuovere la cultura, garantendo così che il nostro patrimonio culturale sia conservato per le generazioni future in modo impeccabile.CODiART Station La CODiART Station fornisce un supporto completo per restauratori, critici d’arte, musei e appassionati dell’arte, consentendo un’analisi dettagliata di ogni Opera e molto altro ancora. La soluzione tecnologica unisce precisione, automazione e conoscenza nel campo della visione per l’analisi accurata delle opere d’arte. Utilizzando un robot collaborativo, una telecamera 2D di ultima generazione e un joystick, il tutto supportato da un software sviluppato su misura, offre uno strumento avanzato per esplorare le Opere d’Arte in modo approfondito.Opere in Gigapixel CODiART, attraverso un innovativo processo di digitalizzazione, che combina automazione, Robot e dispositivi ad elevatissima risoluzione, crea immagini in Gigapixel uniche nel loro genere per esaltare i dettagli più affascinanti e nascosti delle Opere. Grazie a zoom ‘infiniti’, gli osservatori potranno stupirsi esaminando particolari impercettibili, ed i restauratori determinare facilmente la necessità di un intervento; sarà inoltre possibile verificare l’autenticità di un’Opera attraverso elementi caratteristici e distintivi non replicabili in un falso.Un sistema indispensabile per gli esperti del settore CODiART ha progettato e realizzato un Sistema di supervisione, scansione e controllo per la digitalizzazione ed analisi di Opere d’Arte, indispensabile per gli esperti del settore e di supporto alle attività svolte da Gallerie, Musei, Pinacoteche, Fondazioni, Collezionisti, Restauratori e Case d’Asta. Il software, realizzato ad ‘hoc’, permette di identificare, tracciare, ed esaminare, ogni particolare degno di attenzione, di annotare informazioni utili alla provenienza dell’Opera, e di generare automaticamente un Report PDF, descrittivo, completo e condivisibile;Certificazione di Autenticità CODiART Station permette di generare certificati di autenticità che garantiscono la paternità delle Opere grazie all’identificazione di dettagli non replicabili in un falso. I Valori in CODiART Valorizzazione e conservazione del patrimonio culturale artistico per le future generazioni. Diffusione del patrimonio artistico e culturale oltre ogni barriera. Investimento e studio in Ricerca e Sviluppo per avvicinare mondi e discipline diverse nel tempo e nello spazio: ARTE, ROBOTICA e VISIONE ARTIFICIALE. Impegno nel contesto sociale e ambientale, con l’ invito alle esposizioni/proiezioni digitali ovunque, per contenere costi, rischi di trasporto e inquinamento. Scopri di più PubDate: Wed, 05 Jun 2024 19:06:32 +000
Authors:Francesca Salvemini Abstract: Si è tenuto il 17 maggio 2024, alla Sala Spadolini del Ministero della Cultura, il Convegno Nazionale di Italia Nostra dal titolo ‘Alberi in città'. Le opportunità e le criticità delle politiche di forestazione nelle città e della gestione del verde urbano’.Con interventi di: Antonella Caroli, Marco Di Fonzo, Davide De Laurentis, Stefano Vaccari, Mauro Bencivenni, Maria Luisa Muthschlecner, Carlo Blasi, Maria Paola Morittu, Oreste Rutigliano e con il coordinamento di Michele Campisi.Come ricorda il numero del periodico di Italia Nostra del 2014 dedicato agli alberi e non solo agli alberi, che potremmo definire 'orologi dei secoli' (nell’illustrazione di testa), l’Associazione è da sempre impegnata nell’ambito della tutela del paesaggio e del patrimonio naturale italiano. In questo convegno, che ha visto la presenza anche di Annalisa Cipriani, sono stati approfonditi gli ambiti, in prevalenza normativi, che concernono la tutela dei parchi e delle ville comunali, gli spazi verdi a giardino e gli alberi lungo i cigli stradali che popolano le nostre città, tra i quali si stimano in Italia 22 mila piante di valore, delle quali 2000 di rilevante interesse e 150 di eccezionale valore storico o monumentale. Per gli alberi comunali, come metodo di tutela, sarebbe ovvio ricordare il monumento nazionale della ‘Quercia del Tasso’ al Gianicolo a Roma, nei pressi del Convento di S. Onofrio, che periodicamente è stata ripiantata attraverso lo scorrere del tempo e delle generazioni. Laddove la natura non sopperisca più da sola al ripopolamento arboreo, popolarissimo, in molti quartieri, è stato l’impegno, spontaneamente assunto da alcuni privati cittadini, autorizzati e no, a piantare alberi nelle aiuole di verde che ne fossero rimaste prive. A volte ne è scaturito anche uno stato critico di tipo fenomenale di assortimento floristico, rispetto ai criteri di gestione del verde urbano adottati dalle singole amministrazioni municipali nel corso del secolo passato. Una vera e propria jungla di piantagioni nei giardini privati e nelle aiuole delle città ha perfino assecondato la mutazione quasi tropicale nel clima estivo della fauna, che, come tutti sanno, ha reso stanziali in città oltre al piccione, il gabbiano reale e il pappagallo, pronti a sostituirsi a rondini e passerotti e perfino agli storni. La necessità di verde, e di un verde in grado di attecchire senza danno nel clima e nel sottosuolo degli spazi cittadini, è tale che pure in questa forma caotica l’ambiente naturale ne è risarcito e rappresenta un modo per poter dire ai bambini che al verde qualche volta è appropriata anche la parola ‘nostro’: quei metri quadrati di aiuole che nelle vie dei quartieri romani interrompono le file di cassonetti. S’incontrano camminando o andando a scuola e sono i testimoni delle aree irrinunciabili di verde di un’Italia futuribile che, contro ogni previsione di dispersione, sembra poter riuscire ancora a sostenere il suo ineguagliabile paesaggio quasi ovunque.Roma - Alberature per specie nel Municipio VIIIGli alberi sono sempre stati l’ambiente e la cultura nella storia, non solo perché con la carta si fanno i libri e con il vento sugli alberi viaggiano le parole ancora nell'era digitale: l’olmo, la quercia, il castagno, l’ippocastano, il platano, il pruno, il cipresso, il pino domestico e silvestre, la palma di S. Pietro e perfino l’eucalipto e il salice con la loro presenza, originariamente spontanea, sono stati in ogni secolo il panorama delle città italiane, l’ornamento dei parchi e la riserva di ogni pianura rivierasca. Come anche l’investimento e il frutto delle bonifiche agrarie succedutesi ad oltranza fino al Settecento, interrotte dal disboscamento e poi riprese nella seconda età industriale dallo stato a livello regionale. Emblematico il doppio filare di pini che, ripiantati almeno fino a Terracina, nel 1908 costeggiò la strada consolare dell’Appia. Ai pini di Roma, da quelli del Pincio a quelli del Gianicolo, della Via Appia e del Campidoglio, Ottorino Respighi dedicò un poema sinfonico, che andò in scena all’Augustèo nel 1924. Ancora oggi il tema degli alberi in città è tra i più sentiti, soprattutto sul versante della salute. Prima che della scuola per i bambini le città necessitano delle ville pubbliche: è quanto è accaduto a Bologna dove l’abbattimento di alberi nel Parco don Bosco per costruire l’asilo nido comunale ha incontrato la resistenza e la protesta del quartiere. E’ ormai una coscienza di massa che gli alberi siano l’industria dell’ossigeno e come tali sono non solo la prima ricchezza del mondo, ma anche la prima autodifesa immunitaria. Sarebbe un piano di recupero il via libera a nuove concessioni di pinete lungo i chilometri di costa che separano i caseggiati dalle spiagge nelle città, per fare pochi metri quadrati accessibili in più di Belpaese. Dopotutto i boschi sono il privilegio che circonda le nostre es... PubDate: Thu, 23 May 2024 14:15:33 +000
Authors:Stefano Monti Abstract: Il lavoro dell’archeologo è inevitabilmente legato, nella realtà e ancor più nella percezione comune, allo scavo. Le recenti tecnologie però rischiano di indebolire questa associazione ad oggi ancora indissolubile.Da sempre l’archeologia si è avvalsa delle tecnologie più innovative, così come da sempre la stessa archeologia è stata foriera di “bisogni” che hanno stimolato applicazioni tecnologiche da usare “sul campo”.Oggi, però, una delle frontiere tecnologiche più stimolanti non è finalizzata alla sola costruzione di strumenti per comprendere il mondo in cui viviamo, ma ha come obiettivo quello di ricostruire il mondo che abitiamo, per indagarne in modo più dettagliato il funzionamento attraverso il suo clone digitale. L’avanzamento di tali tecnologie è stato inesorabile e tutto fa pensare che nei prossimi anni sarà ancora più impetuoso. Ciò vale nella nostra vita quotidiana, ma vale anche in quasi tutti i campi di ricerca. Per alcune discipline, e l’archeologia tra esse, lo sviluppo futuro di questi strumenti potrebbe sollevare molto più che riflessioni tecniche. Non è lontano il momento in cui si potrà, applicare in larga scala un processo che preveda l’identificazione di nuove aree di interesse archeologico attraverso immagini satellitari o droni; l’esplorazione di tali luoghi attraverso robot in grado di muoversi autonomamente nel sottosuolo in grado di registrare dati per realizzare mappe 3D; sviluppare tali dati per la ricostruzione digitale dei luoghi, anche con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, e fornire una ricostruzione navigabile in modalità virtuale del territorio. A ben vedere, molte di queste azioni, in realtà, sono già state condotte: ad oggi sono “progetti”, ma presto potrebbero divenire “prassi di lavoro standard”. Se tale condizione dovesse avverarsi, il dubbio amletico dell’archeologo: scavare o non scavare, diverrebbe ancora più emiblematico, perché a quel punto, ci si troverebbe quantomeno di fronte ad un trilemma: scavare, non scavare, o non scavare ma rappresentare virtualmente. Eppure si sa che a volte le scoperte eccezionali sono il frutto imprevisto dello scavo di un'infrastruttura. Lo scavo è un’operazione importantissima non solo sotto il profilo pratico, ma anche nella sua dimensione più simbolica: scavando, si riportano alla luce tracce del nostro passato che, per una serie piuttosto ampia di ragioni, sono state sepolte nel (o dal') tempo. Scavare tuttavia ha anche una valenza importante sotto il profilo della valorizzazione territoriale ed economica. Oggi, per il modello di produzione del valore archeologico principalmente diffuso in Italia, lo scavo è un’azione di ricerca, condotta principalmente da istituzioni accademiche, e che coinvolge studenti, e molto spesso ricercatori e docenti universitari. Meno frequente è la circostanza in cui l’azione di scavo archeologico è invece un’azione che nasce dalla volontà di una giurisdizione con l’obiettivo di valorizzare la propria storia, o valorizzare la propria economia associata alla cultura. Il modello “scavare o non scavare” è dunque soltanto in parte ad oggi resistente. Se si sa quel che c’è, si scava e si ricopre. Se si scava per altre ragioni, si scava e si scopre.L’estensione delle nuove tecnologie, invece, potrebbe portare ad un ragionamento ben diverso. Un ragionamento che, a partire dalla scoperta di potenziali aree archeologiche nel sottosuolo, e dalla comprensione di cosa tali aree possano restituire all’umanità, si ponderano tutti gli effetti che l’effettivo scavo possa avere sul territorio nella propria interezza. Valutare, quindi, a livello “organico”, se le operazioni di scavo possano generare alla comunità un valore aggiunto, sia scientifico che territoriale nel suo complesso. Un Comune in cui siano assenti aree archeologiche potrebbe infatti decidere di avviare le attività di scavo e valorizzazione dell’area identificata, mentre un Comune nel cui territorio sono già presenti aree archeologiche analoghe (per periodo e funzione e per conoscenza da esse derivante) alle nuove aree identificate, potrebbe ritenere che il valore aggregato (scientifico, logistico, economico, sociale e culturale), dello scavo possa essere in realtà minimo, rispetto agli sforzi e alle eventuali implicazioni che lo scavo comporta. Potrebbe, in altri termini, decidere che l’area può restare lì dov’è, e preferire fornire ai propri cittadini un video 3d navigabile, che possa essere fruito su un visore, o mediante smartphone. In molti considererebbero tale circostanza in modo negativo, ma considerando le risorse a disposizione, e definendo i modelli che aiutino le amministrazioni ad assumere in modo informato le proprie decisioni, la riflessione si sposterebbe dal valore meramente scientifico ad un valore culturale più esteso, e alla possibilità di concentrare risorse e sforzi per rendere pienamente vive e vissute le aree archeologiche già esistenti. Chiaramente, una tale azione lederebbe alcuni interessi e ne promuoverebbe altri, e andrebbe in ogni caso “normata”, in termini di spesa minima da parte dei Comuni per il patrimonio archeologico, onde evitare che la decisione sia “spendere... PubDate: Mon, 20 May 2024 09:41:57 +000
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: Il Salone internazionale del Restauro, evento di riferimento a livello mondiale per i Beni Culturali e Ambientali, si è aperto ieri all’insegna di un’offerta articolata e di qualità, guidata da sostenibilità, digitalizzazione e internazionalità. 16 Paesi esteri presenti e 50 delegati in visita a conferma del ruolo centrale dell’Italia nel settore. Oltre 100 gli espositori e più di 80 appuntamenti formativi tra convegni, workshop e laboratori.Appuntamento di primo piano in Italia e all’estero per i Beni Culturali e Ambientali, propone una tre giorni dinamica e funzionale, dove l’intera filiera può condividere conoscenze, raccontare processi, scoprire materiali, tecnologie e soluzioni per un futuro sostenibile, efficiente, digitale e integrato per l’intero comparto.Digitale, innovativo e Sostenibile: il Restauro del terzo millennio
Crocevia dinamico e stimolante in cui interagire e mettere a fattor comune know-how ed esperienze, il Salone Internazionale del Restauro ha preso il via con gli Stati Generali del Restauro. Durante la tavola rotonda Il restauro nel terzo millennio, scenari e prospettive è emersa con forza l’importanza strategica del settore, che assume oggi più che mai un ruolo fondamentale soprattutto nell'ambito della transizione energetica e nella promozione della sostenibilità nelle città, nei centri storici, nei borghi e nel patrimonio architettonico complessivo. Un impulso decisamente rilevante che rafforza le imprese della filiera, generando un aumento delle attività e aprendo la strada a nuove opportunità: sfide significative che richiedono l’attenzione di esperti e istituzioni.
In quest’ambito l'Italia si conferma faro di eccellenza e tradizione: indiscusso il suo ruolo cruciale nel conservare e valorizzare il patrimonio artistico e culturale mondiale. Tuttavia, in un'epoca in cui l'innovazione è il motore del progresso, anche il settore del restauro si trova a far fronte ad aspetti sempre più decisivi per la crescita, a partire da digitalizzazione, innovazione e sostenibilità.
La digitalizzazione offre strumenti senza precedenti per la conservazione e la riproduzione fedele delle opere d'arte: dalla scansione laser alla Bim, queste tecnologie consentono di catturare ogni dettaglio di un'opera, preservandola anche virtualmente per le generazioni future. L'integrazione di sistemi digitali nel processo di 2 restauro non solo aumenta l'efficienza, ma anche la precisione e l'accuratezza delle operazioni, garantendo interventi meno invasivi e più rispettosi dell'opera originale.
Di pari passo la sostenibilità è ormai diventata imperativo categorico, e anche il mondo del restauro non fa eccezione. È sempre più fondamentale adottare pratiche e materiali eco-friendly, riducendo l'impatto ambientale delle operazioni di conservazione e ripristino. Dalla selezione di solventi non tossici alla promozione di processi a basso consumo energetico, ogni passo verso la sostenibilità contribuisce a preservare non solo le opere d'arte stesse, ma anche l'ambiente in cui viviamo. Tra le aziene che abbiamo incontrato: CODiARTCODiART presenta C- Station un sistema in grado di fornire un supporto completo per restauratori, critici d’arte, musei e appassionati dell’arte, consentendo un’analisi dettagliata di ogni Opera e molto altro ancora. La soluzione tecnologica e’ un connubio di robotica, software e visione artificiale per l’analisi accurata delle opere d’ arte; uno strumento avanzato per esplorare le Opere d’Arte in modo approfondito, catalogarle e redigere condition report professionali.
https://www.codiart.it/
WarehousesProjectSocietà con esperienza ventennale specializzata ad operare nell'ambito dei beni monumentali oltre che offrire servizi di pianificazione, progettazione e realizzazione di interventi edilizi. Con il tempo la società ha seguito gli sviluppi tecnologici in materi di documentazione 3D specializzandosi anche nel rilievo dei Beni Culturali con tecnologie di avanguarda realizzando ogni tipo di rilievo con strumentazione di ultima generazione come laser scanner 3D, georadar, e metodologie di inadagine geomatica e strutturale. https://www.warehousesproject.com/ 3D Survey Drone3D Survey Drone offre supporto avanzato per aziende e professionisti nella pianificazione territoriale e architettonica, con un focus particolare sui beni culturali e il mondo del restauro, utilizzando tecnologie innovative di rilievo 3D. Siamo specializzati in rilievi aerofotogrammetrici con droni e laser scanner, producendo modelli 3D e Gemelli Digitali ad alta definizione. Operiamo in vari contesti, garantendo precisione e qualità. Possiamo restituire ogni tipo di elaborazione grafica 2D e 3D come supporto alla progettazione di vari tipi di interventi, ri... PubDate: Thu, 16 May 2024 10:01:04 +000
Authors:Francesca Salvemini Abstract: Il poderoso ‘Manuale di progettazione per l’accessibilità e la fruizione ampliata del patrimonio culturale. Dai funzionamenti della persona ai funzionamenti dei luoghi della cultura’ del Dipartimento Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale (DSU) del Consiglio Nazionale delle Ricerche suggerisce anche nel titolo le parole per dire come dovrà orientarsi, nel pubblico e nel privato e dal passato nel futuro, la tecnologia per la cultura.Una tecnologia che potremmo definire, nel suo complesso, di accessibilità ai contenuti di un museo nei criteri della loro salvaguardia e conservazione e che sia tale, come per una biblioteca studentesca o un archivio, non solo in occasione di mostre temporanee e didattiche o della movimentazione, dell'acquisto e del restauro di opere, eventi sempre eccezionali, ma anche nella dimensione quotidiana della frequenza. Il museo è un luogo in cui è possibile creare, a cominciare dai bambini: se non ci può essere fruizione senza inclusione, non ci potrà essere tecnologia che non preveda l’ampliamento dell’accessibilità, sia sotto l’aspetto del contatto con l’opera d’arte con apposite istruzioni di viaggio, compresa la gamificazione, sia sotto quello della visualizzazione dell'ampliamento digitale di quei contenuti, la più completa che sia possibile, con la legenda per la navigazione. Questo bellissimo libro, a cura di Gabriella Cetorelli e di Luca Papi, membro del comitato scientifico di Archeomatica, che sono autori anche del progetto grafico, vede inoltre la collaborazione di numerosi autori, altri 33 per l’esattezza e restituisce senso alla logica museale, per la quale il museo, fondamentalmente e costituzionalmente, è il luogo della cultura di tutti, dove il visitatore non deve sentirsi oggetto di osservazione, né muoversi tra file interminabili, impedimenti e barriere, timer o strumenti veicolanti su percorsi obbligati, ma possa aumentare la propria sensibilità di ospite temporaneo e partecipe. Come' Prendendolo a prestito anche solo per un giorno, attraverso l’emozione del percorso, del viaggio, della navigazione, dell’ascolto e della lettura, in altre parole per conoscerlo, senza sentirsi il bersaglio di una pubblicistica incessante e, purtroppo, un distruttore potenziale anche se in realtà è vittima della necessità di fare cassa delle biglietterie. Un intero capitolo del volume è concentrato sui profili del diritto nazionale, europeo e internazionale, rivolti anche all’accessibilità dei siti web e dell’immenso patrimonio d’immagini dei musei nella connettività di rete Internet. Profili che sempre fanno e faranno discutere sui criteri di aggiornamento, siano essi o no prevalentemente sul modello statunitense di liberalizzazione cronologica del diritto d’autore (tanto per le riproduzioni fotografiche quanto, ovviamente, per i libri) e sulla complessa regolamentazione del libero mercato delle opere d’arte, preservando la verità storica della cultura di uno stato anche nell’informazione sulla libera circolazione nella compravendita delle opere d'arte, che hanno fatto e fanno parte del patrimonio umanitario, in senso perfino immateriale. Il museo è una struttura indipendente daI flussi di monetizzazione del valore di un'opera d'arte, che non devono cambiare i connotati di un artista e della storia dell'umanità, così come è accaduto per la statuaria imperiale e così come accade per gli spostamenti di capitale che influenzano e sono influenzati dal culto della personalità a scopo di consumo, ma corroborare la coscienza umanitaria mutando. Di seguito un estratto dal Comunicato Stampa della presentazione del libro, che si è tenuta il 12 aprile 2024 nella Sala Marconi del CNR: 'La sempre maggiore richiesta da parte di tecnici e operatori del settore della valorizzazione dei beni culturali di un’opera che racchiudesse gli aspetti salienti della progettazione universale del patrimonio è stata recepita dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Dipartimento Scienze Umane diretto da Salvatore Capasso attraverso la realizzazione, ad opera di ricercatori, esperti ed accademici del volume dal Titolo ‘Manuale di progettazione per l’accessibilità e la fruizione’ pubblicato da CNR edizioni, opera prima del suo genere in ambito nazionale ed internazionale. Redatto nelle versioni digitale (consultabile su https://www.cnr.it/it/new_editoriali) e cartacea, segue i principi base dell’accessibilità, per favorire la più ampia consultazione e la libera utilizzazione, non solo da parte degli addetti ai lavori.' Il volume è dedicato nell’occhiello all’arch. Fabrizio Vescovo, al quale si deve la prima legislazione italiana in tema di progettazione universale. Ecco per esteso i nomi degli autori tra gli altri collaboratori al volume: Monica Bernacchia, Luigi Biocca, Marino Buzzi, Olga Capirci, Federica Caponera, Giuseppina Carella, Patrizia Ceccarani, Gabriella Cetorelli, Anna Contardi, Valentina Della Fina, Alessio Di Renzo, Maria Grazia Filetici, Giulio Galesi, Chiara Genta, Carmine Fernando Gervasio, Aldo Grassini, Manuel Roberto Guido, Barbara Leporini, MariaJosé Luongo, Massimo Magiorio, Carmen Marino, Alessandra Mezzelani, Carla Montuschi, Alfonsina Pagano, Barbara Pennacchi, Eva Pietroni, Enrico Ricci, Mauro Rossini, Francesco Paolo Russo, Elisabetta Schiavone, Fl... PubDate: Wed, 15 May 2024 15:27:44 +000
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: ll nostro pianeta si trova a un bivio cruciale: la crisi climatica, la perdita di biodiversità, l'ineguaglianza sociale ed economica e la rapida digitalizzazione presentano sfide senza precedenti. Giovedì 23 maggio, alle ore 9.00, nell'aula degli Organi Collegiali presso il Rettorato si terrà Il convegno sulle sfide della sostenibilità che mira a indirizzare le questioni fondamentali elencate attraverso un approccio olistico, cioé nella complessità, che incorpora i quattro pilastri della sostenibilità: istituzioni, società, economia e ambiente.L'incontro ha l'obiettivo di incrementare la consapevolezza riguardo le sfide e le opportunità legate alla sostenibilità, creare una piattaforma per il dialogo tra rappresentanti delle istituzioni, della società civile, del mondo accademico, del settore privato e delle comunità locali, identificare e condividere pratiche innovative e soluzioni concrete per affrontare le sfide della sostenibilità, contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs) attraverso azioni mirate e collaborazioni strategiche.Tra i temi centrali: Territorio: esplorare le pratiche per la gestione sostenibile delle risorse terrestri, la conservazione della biodiversità e la promozione di un'urbanizzazione sostenibile; Inclusività: affrontare le disuguaglianze sociali ed economiche, promuovendo l'accesso equo alle opportunità per tutti e tutte, senza distinzioni di genere, età, disabilità, razza, o status economico; Patrimonio: valorizzare e proteggere il patrimonio culturale e naturale come fondamento dell'identità collettiva e leva per uno sviluppo sostenibile; Digitalizzazione: discutere il ruolo della tecnologia e dell'innovazione digitale nel promuovere pratiche sostenibili e nell'aumentare l'accessibilità ai servizi. Il congresso sarà strutturato in sessioni plenarie, tavole rotonde tematiche, workshop pratici e spazi di networking. Ogni sessione sarà progettata per facilitare la condivisione di conoscenze, l'esplorazione di soluzioni innovative e la creazione di partnership strategiche. Unendo le forze attraverso i settori e le discipline, possiamo affrontare le sfide attuali e future, garantendo un futuro sostenibile per tutti. GIOVEDÌ 23 MAGGIO 2024 ALLE 09:00Aula T03 CU001 - Palazzo del Rettorato - Piazzale Aldo Moro 5, RomaIl convegno si sposterà nel pomeriggio in aula T03 presso l'edificio Marco Polo in Viale dello Scalo S. Lorenzo, 82. I lavori proseguiranno venerdì 24 maggio in l'aula T03 presso l'edificio Marco Polo in Viale dello Scalo S. Lorenzo, 82 e sabato 25 maggio presso l'Università Europea di Roma.Scarica il programma PubDate: Wed, 15 May 2024 14:10:23 +000
Authors:Francesca Salvemini Abstract: Ecco un libro che ha fatto e farà parlare di sé, perché illustra tanti oggetti, che erano ancora da raccontare: ‘Patrimonium Appiae. Depositi emersi’ commenta oggetti che il paziente lavoro di scavo e di recupero del secolo scorso ha catalogato e preservato nei contenitori museali e che, per quanto concerne un discreto numero di reperti, è stato ora scientificamente riunito ai ritrovamenti archeologici dei secoli precedenti.E’ il patrimonio museale disseminato sul territorio, emerso nel secolo scorso, che nel 2022 è stato aperto, raccolto ed esposto al pubblico nella mostra ‘Patrimonium Appiae. Depositi emersi’, allestita nel quadro delle iniziative del Parco Archeologico dell’Appia Antica diretto dall’architetto Simone Quilici. Una delle iniziative che finalmente promuoveranno l’Appia, nella procedura esaustiva di elezione, Sito archeologico del patrimonio protetto dall’Unesco in Italia. Il ‘Patrimonium Appiae’ è ora un libro che punta alla ricostruzione e conservazione dell’Appia nei dintorni di Roma, intesi come territorio e bacino culturale, dal quale, attraverso il Medioevo e l’Età Moderna, la sua geografia si estende a tutta la storica percorrenza meridionale fino a Brindisi e al Mare Adriatico. Un volume dal quale non può non brillare, nel millennio attuale, il nome di Antonio Cederna, il cui Archivio, oggi consultabile a Capo di Bove, è stato ed è la fonte della storia anche politica e della salvaguardia di questo inestimabile tesoro, giardino indispensabile del mondo, che per secoli ha ispirato l’architettura dei parchi delle ville nobiliari romane ed europee. L’opera di molti, tra i quali Archeomatica non può non ricordare Annalisa Cipriani di Italia Nostra, ha letteralmente trasportato al futuro l’immagine dell’Appia Antica, che oggi, non più così frammentata, rappresenta anche una risorsa biologica e turistico-economica per la città e per il paese. Il paesaggio dell’Appia, in prossimità delle Paludi Pontine, degli insediamenti preistorici dei Colli Albani e dei guadi sul Tevere, era stato formato da boscaglie, da campi coltivati e da appezzamenti a pascolo fin dall’antichità ed è tuttora denso e costellato di fattorie, case residenziali, ville, cappelle, chiese e basiliche, strutture difensive e circensi, sepolcri e sepolcreti pagani e cristiani. ‘Patrimonium Appiae. Depositi emersi’ è dunque il titolo completo del catalogo della mostra a cura di Francesca Romana Paolillo, Mara Pontisso e Stefano Roascio, che si è tenuta nel 2022 e per tutto il primo semestre del 2023, al Casale di Santa Maria Nova, al V miglio della Via Appia Antica. Il Casale è nei pressi dell’incrocio alla diramazione che raggiungeva la via Latina, come si legge sul sito web del Parco, dove anche il catalogo PDF si può scaricare. Nel volume, edito da SAP Società Archeologica (632 pp., 744 ill. a colori, euro 80), agli esaurienti saggi introduttivi sulla storia e le caratteristiche dell’area fanno seguito approfondite schede di ogni luogo narrato in mostra (il ‘contesto’ nel gergo degli archeologi), oltre alle schede dei singoli oggetti, con settantacinque coautori in totale: è dunque una vera e propria pietra miliare degli studi sulla Via Appia. Vi si legge che i monaci della Congregazione Benedettina di Santa Maria del Monte Oliveto mantennero la proprietà del Casale di S. Maria Nova fino al 1873 circa, quando, l’importante tenuta, che, secondo la storia della campagna romana di Giuseppe Tommassetti, era stata suddivisa tra diversi fittavoli, fu messa all’asta con il suo più rilevante edificio, che aveva preso le forme attuali tra il XV e il XVI secolo. In seguito, appartenne ai conti Marcello, che ne affidarono la ristrutturazione a Luigi Moretti e al produttore cinematografico Evan Ewan Kimble, che la trasformò in dimora di lusso per poi venderla allo Stato Italiano nel 2006. Il catalogo scheda più di 250 tesori inediti tra statue, mosaici, affreschi, gioielli, armi e raffinati utensili di uso quotidiano, provenienti dall’ambito territoriale che rientra nell’attuale giurisdizione del Parco archeologico e dei pertinenti spazi museali. Mara Pontisso ha curato l’articolata scheda della Nereide seduta su un mostro marino (fig.1), tra le altre di rilevante interesse. Fig.1 – Gruppo di Elena e Proteo (Antiquarium di Lucrezia Romana, Roma) Il gruppo scultoreo a tutto tondo in marmo bianco, con la parte inferiore della figura femminile avvolta da un drappo e la superiore, scoperta, mutila di un braccio, proviene dal IV miglio della Via Latina, in località Quadraro ed è ora ubicata nell’Antiquarium di Lucrezia Romana (MUVI). L’accurata analisi iconologica della studiosa, che coerentemente assimila la statua di Nereide ad un frammento da ‘thiasos’ marino sepolcrale, rileva la testa crestata del mostro, che l’accomuna ad una pistrice.La letteratura fantastica e l’arte del Medioevo hanno tr... PubDate: Tue, 14 May 2024 14:39:05 +000
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: Il Museo Nazionale Romano presenta il nuovo portale delle opere e degli archivi “MNR Digitale – Collezioni e Archivi”, realizzato da Gruppo Meta s.r.l. grazie al supporto di American Express Italia.I beni archivistici, fotografici e soprattutto i reperti archeologi sono al centro dell’attività quotidiana del Museo Nazionale Romano, che ha come missione l’acquisizione, la conservazione, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale. Si è quindi ritenuta necessaria la creazione di un sistema gestionale integrato che consenta il dialogo tra gli archivi dei differenti uffici/servizi e che metta al centro il patrimonio culturale del Museo, in particolar modo i reperti archeologici, per una immediata fruizione e conoscenza.È con queste premesse che è stato sviluppato il progetto “MNR Digitale – Collezioni e Archivi” al fine di rendere accessibile al vasto pubblico il patrimonio culturale del Museo.“E’ un progetto di digitalizzazione importante e permette al Museo Nazionale Romano di essere ancora di più in contatto con la comunità scientifica e con il pubblico – commenta il Direttore Stéphane Verger – offrendo un servizio fondamentale per la conoscenza del patrimonio culturale. Il supporto lungimirante e la sponsorizzazione di American Express hanno permesso di realizzare questo progetto, ideato dal personale tecnico scientifico del Museo, il cui obiettivo finale è quello di migliorare attraverso il digitale la gestione, la conoscenza e la fruizione delle collezioni del Museo, promuovendo la digitalizzazione e l’innovazione, volte alla massima accessibilità del patrimonio”.“Questo ambizioso progetto di digitalizzazione del Museo Nazionale Romano, che siamo orgogliosi di supportare, si inserisce nel più ampio impegno che in American Express portiamo avanti da tempo per valorizzare il patrimonio artistico-culturale del nostro Paese e supportare il processo di trasformazione digitale. Desideriamo non solo rendere fruibili opere inedite, promuovere il territorio e offrire esperienze speciali ai nostri Titolari di Carta italiani e stranieri, ma anche stimolare attraverso il nostro ecosistema un turismo di qualità in grado di attrarre visitatori da tutto il mondo e restituire valore alla comunità locale”, afferma Maria Pina Carai, Director, Head of Client Management Global Merchant Services di American Express Italia.MNR Digitale – Collezioni e Archivi è un progetto ideato da Chiara Giobbe, Responsabile del Servizio Inventario e Catalogo, e da Agnese Pergola, Responsabile dell’Archivio Fotografico.“Fin dal momento dell’istituzione come Museo autonomo nel 2016 è emersa la necessità di individuare soluzioni digitali volte a migliorare la consultazione della grande mole di dati contenuti negli archivi, sia ai fini della tutela dei beni (e dell’incremento del livello di tutela) sia naturalmente nell’ottica della loro valorizzazione e fruizione pubblica, rendendo i dati disponibili attraverso il web”, dichiara Chiara Giobbe. Agnese Pergola aggiunge che “è fondamentale favorire l’accesso alla consultazione dell’enorme patrimonio fotografico del Museo Nazionale Romano, nonché creare un sistema che permetta il riordino e la gestione dei documenti e l’interazione con le altre banche dati esistenti".Una prima fase di progettazione e recupero dei dati è stata seguita da una seconda dedicata alla raccolta e omogeneizzazione delle banche dati museali per il loro riversamento in MetaFAD, una piattaforma multistandard con licenza Open Source sviluppata dalla società Gruppo Meta s.r.l., che è stata personalizzata in base alle specifiche esigenze di gestione delle collezioni del Museo. La piattaforma è in grado di far dialogare gli archivi delle differenti Unità Operative dell’Istituto consentendo la messa in rete di tutti i dati relativi ai reperti e la loro pubblicazione online. Parallelamente il sistema gestionale, integrando le informazioni catalografiche, fotografiche, archivistiche, di restauro, di movimentazione e di prestito all’interno in un’architettura di sistema pensata per garantire il loro coordinamento, consente di ottimizzare il lavoro del personale del Museo che quotidianamente si adopera per la tutela e la valorizzazione delle opere conservate nelle sale espositive e nei depositi delle quattro sedi museali.Per realizzare il progetto, ancora in fase di sviluppo, si è partiti dall’idea che a tutti debba essere garantita una migliore fruizione del patrimonio culturale nazionale e per questo si è puntato alla realizzazione di un’unica e condivisa piattaforma gestionale dei dati relativi ai singoli reperti, alle fotografie e ai monumenti che compongono il Museo Nazionale Romano, che consenta di associare a ogni oggetto tutte le informazioni ad esso relative (catalografiche, fotografiche, archivistiche, ecc.). Tutti i dati possono essere integrati ai sistemi di catalogazione nazionali adottati dal Ministero della Cultura poiché il sistema di catalogazione di MetaFAD è basato sugli standard definiti dall’Istituto Centrale per la Catalogazione e la Documenta... PubDate: Tue, 07 May 2024 11:27:11 +000
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: Probabilmente nulla più dello sviluppo tecnologico ha caratterizzato l’ultimo secolo. Dalle ricerche sulla cibernetica, che ebbero uno slancio incredibile durante gli anni della seconda guerra mondiale, e che coinvolsero i più brillanti matematici, psicologi, etologi e fisici dell’epoca, lo sviluppo tecnologico a supporto della società contemporanea non ha praticamente conosciuto battute d’arresto. Ogni elemento della nostra vita quotidiana è stato coinvolto da questo processo che ad oggi pare ancora inarrestabile: dalle comunicazioni all’igiene, dalla produzione alla conoscenza, dall’entertainment all’etica. Analogamente, ogni disciplina è stata irrimediabilmente coinvolta dalle evoluzioni tecnologiche e digitali.Ciò che spesso si trascura è, tuttavia, l’impatto che queste discipline hanno avuto sullo sviluppo tecnologico. Nella sua dimensione più semplice, infatti, il progresso tecnologico nasce come risposta a specifici bisogni; bisogni che talvolta emergono all’interno delle stesse discipline che vengono poi chiamate ad identificare strumenti e soluzioni, ma che nella grande maggioranza dei casi, provengono invece da criticità ed esigenze che sono proprie di discipline altre, alle quali la tecnologia, in quell’interezza di specializzazioni che spaziano dalla ricerca dei materiali fino alla teorizzazione di sistemi di machine learning, cerca di fornire risposte. In questo rapporto di mutua evoluzione, il binomio archeologia-tecnologia pare essere tra i più proficui: avendo l’archeologia un campo d’indagine che per propria natura coniuga dimensioni di conoscenza pura a dimensioni che sono invece estremamente concrete, l’elenco di innovazioni che sono state sviluppate per l’archeologia, o che sono state adattate alle esigenze specifiche degli archeologi, è veramente lunghissimo.A ben vedere, per quanto possa sembrare paradossale, la disciplina che per propria natura rivolge la sua attenzione al nostro passato remoto, è probabilmente tra i primi centri di sperimentazione delle tecnologie innovative che vengono immesse sul mercato. Pionieristico è stato l’utilizzo, da parte dell’Archeologia, degli strumenti afferenti alla robotica, con l’utilizzo di robot (non umanoidi) per perlustrare territori tendenzialmente pericolosi per l’essere umano; altrettanto pionieristico l’utilizzo delle prime tecnologie di intelligenza artificiale, per stimare la presenza di eventuali reperti archeologici nel sottosuolo analizzando le immagini satellitari. Considerazioni analoghe emergono dall’analisi dei rapporti tra archeologia e tecnologia sotto il profilo della valorizzazione del patrimonio: le ricostruzioni digitali, siano essere in realtà virtuale o in realtà aumentata, sono forse tra gli esempi meglio riusciti di utilizzi di tali tecnologie anche al di fuori del comparto del gaming. Eppure, il rapporto tra queste due grandi aree della conoscenza, questa grande amicizia tra coloro che guardano al passato, per capire quale sia il percorso che l’umanità ha svolto per giungere ai nostri giorni, e coloro che guardano all’oggi, per comprendere come influenzare l’umanità del futuro, è molto spesso più strumentale che di confronto. I grandi produttori di tecnologia (hardware o software) partecipano alle fiere per l’archeologia per presentare i propri strumenti. Fiere in cui gli archeologi identificano le soluzioni che meglio risponderebbero alle proprie esigenze. In alternativa, i grandi centri di ricerca archeologica visitano le fiere tecnologiche per poter identificare strumenti che potrebbero essere adattati ad esigenze specifiche e contingenti. È invece più raro che archeologi e “digital maker”, intendendo con questa definizione l’insieme di esperti che partecipano alla costruzione di prodotti e servizi innovativi, si confrontino per identificare gli interrogativi sul nostro passato che meriterebbero un’azione congiunta. O per individuare servizi che potrebbero essere ancora più efficaci per la valorizzazione del patrimonio archeologico. Si tratta di una circostanza che, pur comprensibile sotto alcuni aspetti, è del tutto irrazionale se analizzata da altri punti di vista. Perché è senza dubbio vero che gli archeologi e i “digital maker” pratichino linguaggi molto distanti e altrettanto tecnici, ma è anche vero che l’archeologia è quella disciplina in cui la conoscenza riempie la distanza che esiste tra un sasso e un castello. Una disciplina che, affondando nei principi del metodo scientifico, restituisce alla società la magia e la creatività dell’essere umano nel corso dei secoli. Tra gli anni 30 e 40 del 900, la Macy Foundation, negli Stati Uniti, organizzò quella serie di incontri da cui sarebbe emersa la cibernetica, i cui dettami sono ancora oggi alla base dello sviluppo tecnologico, e le cui intuizioni stanno ancora guidando lo sviluppo del nostro futuro. A quelle conferenze parteciparono, tra gli altri, psichiatri, economisti, antropologi, matematici, sociologi, pedagogisti, psicologi, neuoranatomisti ed ingegneri. L’unione di riflessioni così distanti fu alla base di un fenomeno che quasi cento anni fa anticipava le riflessioni e i timori che oggi emergono nei confronti dell’intelligenza artificiale. Era il 1948 quando il matematico Wiener, scrisse il saggio Cybernetics, or co... PubDate: Tue, 07 May 2024 10:25:39 +000
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: Sono ancora disponibili pochi posti nell'aula virtuale di "Acquisizione dati in campo con QField", l'appuntamento online (live streaming) della Formazione TerreLogiche che si terrà il 20 e 22 maggio. Il corso offre l'opportunità di imparare come consultare e raccogliere sul campo dati georeferenziati attraverso l'app mobile QField e come sincronizzare i dati tra dispositivi mobile e QGIS Desktop.Considerata la principale app in ambiente GIS per l’acquisizione di dati sul campo e perfettamente integrata con QGIS, QField è una soluzione completa, intuitiva e Open Source che permette di trasferire in modo semplice un progetto QGIS su smartphone o tablet. Grazie a specifiche funzionalità di localizzazione GNSS rappresenta anche lo strumento ideale per l’acquisizione e la consultazione dei dati durante attività di campagna e di cantiere. Offre inoltre numerose funzionalità di QGIS, come l’utilizzo di moduli di data-entry personalizzati (widget e attribute form), la compatibilità con tematizzazioni ed etichettature impostate nel progetto desktop, e il supporto a diversi formati di dati o protocolli (es. ESRI Shapefile, Geopackage, KML, GeoTiFF, servizi OGC, ecc.).Nelle due giornate di lezione il docente illustrerà l’applicazione dalle funzionalità di base, come l'apertura e la consultazione di un progetto, a quelle più avanzate, quali l'utilizzo di widget e attribute form, hyperlink, foto georeferenziate, il posizionamento GNSS, la navigazione, e i partecipanti impareranno come digitalizzare i dati durante attività di campo e di cantiere e qual è il corretto flusso di lavoro per la sincronizzazione dei dati tra diversi dispositivi. Si parlerà anche del plugin QField Sync, nonché delle funzionalità di importazione ed esportazione di progetti QGIS per il corretto funzionamento dell’app e per la sincronizzazione di dati tramite il servizio QField Cloud.Si ricorda che qualora interessati ad acquistare questo corso insieme al modulo base "GIS Open Source (QGIS)" si potrà usufruire della formula "pacchetto formativo": non solo verrà applicato uno sconto rispetto al normale prezzo di listino, ma sarà anche possibile scegliere di dilazionare il pagamento in due soluzioni.Per maggiori dettagli su programma e costo del modulo: https://www.terrelogiche.com/formazione-terrelogiche/scopri-i-corsi/acquisizione-dati-in-campo-con-qfield.html PubDate: Tue, 30 Apr 2024 13:32:15 +000
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: La Cattedrale di Valparaíso, o Cattedrale di San Giacomo (Catedral de Santiago), è la chiesa principale della diocesi cattolica di Valparaíso (Cile). L'edificio attuale sostituì una chiesa precedente che fu gravemente danneggiata da un incendio nel 1906. La costruzione dell'edificio attuale iniziò nel 1910 e fu completata nel 1930.L'architettura della cattedrale è influenzata dallo stile neorinascimentale, con facciate imponenti e dettagli elaborati che includono colonne e archi. Il suo design esterno si distingue per la sua grandezza e per l'uso di pietra bianca. Gli interni della cattedrale sono decorati con molteplici opere d'arte sacra, inclusi altari, sculture e vetrate colorate che rappresentano scene della vita di Cristo e dei santi. L'altar maggiore è particolarmente notevole, così come il pulpito e l'organo, che sono considerati pezzi di artigianato eccellenti.La Cattedrale di Valparaíso rimane un simbolo fondamentale della storia e della cultura religiosa della città, rappresentando un punto di incontro per la comunità e un luogo di riflessione e pace spirituale. Stonex ha avuto la possibilità di poter effettuare delle scansioni 3D della Cattedrale con i suoi scanner X120GO e XVS e ha potuto generare un modello dettagliato che mostra ogni aspetto dell'architettura, dalla pianta fino agli interni decorati.Guarda il videoXVS -vSLAM Scanner XVS vSLAM 3d Scanner è un prodotto unico nel suo genere che sfrutta le tecniche fotogrammetriche per raccogliere dati di altissima precisione, per questo è stato utilizzato per scansionare gli elementi interni dotati di molti dettagli.Il sistema utilizza una tecnologia basata sull’integrazione di immagini ad alta risoluzione, un sistema inerziale e un algoritmo complesso. Camminando e riprendendo la scena in movimento, un’interfaccia che si aggiorna in tempo reale guiderà nella raccolta dei dati, suggerendo la velocità del movimento e, se necessario, invitando a tornare su un’area per avere una sufficiente sovrapposizione di immagini. Grazie al sistema Visual SLAM (localizzazione e mappatura visiva simultanea), la traiettoria è mostrata sul tablet.L’unità di misura inerziale (IMU) permette all’algoritmo di generare un blocco continuo di immagini. In ufficio, la procedura per generare il modello 3D è completamente automatica, con generazione del miglior risultato.I dati provenienti da XVS possono essere integrati con il video di un drone o di qualsiasi fotocamera per una ricostruzione completa dell’area. Grazie ad XVS è possibile ottenere un modello 3D a colori estremamente dettagliato in poco tempo, senza troppo sforzo e con l’impego di una sola personaX120GO SLAM Laser Scanner Per la scansione dell’intero edificio e dell’esterno è stato impiegato il laser scanner SLAM X120GO.Il sistema è dotato di una testa rotante in grado di generare una copertura 360°x270° della nuvola di punti. In combinazione con l’algoritmo SLAM, può ottenere dati ad alta precisione dell’ambiente circostante in nuvole di punti tridimensionali, anche senza luce e GPS. Tre camere da 5MP ciascuna coprono un campo visivo di 200° orizzontale e 100° verticale, ottenendo in modo sincrono informazioni sulla texture e producendo nuvole di punti a colori e immagini panoramiche.X120GO utilizza GOapp per controllare e gestire i progetti che saranno aggiornati e visualizzati in tempo reale, nonché per mappare e visualizzare l’anteprima SLAM.Lo strumento è in grado di raccogliere dati in poco tempo, da cui poi è possibile ottenere una nuvola dettagliata e una pianta fedele di ogni edificio.
Per avere più informazioni compila il form sul sito di Stonex:
Authors:Maria Chiara Spiezia Abstract: TECHNOLOGYforALL, da quest’anno, lancia la sfida di ampliare la propria portata innovativa dando vita a tre eventi separati ma interconnessi: OnTheRoad, Academy ed Expo. I primi due consistono in una serie di incontri itineranti, espositivi e formativi che alterneranno dimostrazioni pratiche, workshop e convegni di alto livello diffusi in tutto il territorio italiano. Il culmine di questa iniziativa sarà l’Expo, un grande evento espositivo a Roma nel 2025.Tre appuntamenti, ciascuno della durata di una o più giornate, saranno organizzati a Tindari (Patti, area metropolitana di Messina) il 30 maggio 2024, a Civitavecchia (area metropolitana di Roma) il 12 settembre 2024 e a Foligno il 25 e 26 ottobre 2024. Queste giornate forniranno supporto agli enti locali, alle associazioni e alle pubbliche amministrazioni interessate a esplorare e proteggere il proprio territorio e le ricchezze culturali attraverso tecnologie innovative e metodi di indagine non invasiva. Al contempo, si proporranno come momenti di promozione e diffusione delle conoscenze tecnico-scientifiche.PROGRAMMA GENERALELuogo e data Convegno: Sala Conferenze Basilica SS. del Tindari (ME) - 30 maggio 2024.Saluti inaugurali : Dott. Vincenzo Princiotta Cariddi, Presidente del Consorzio Intercomunale Tindari Nebrodi Dott. Andrea De Pasquale, Direttore Generale Ricerca e Istituti Culturali del Ministero della Cultura. S.E.R. Mons. Guglielmo Giombanco, Vescovo di Patti Avv. Basilio Segreto, Presidente SiciliAnticA Sant’Angelo di Brolo Dott. Davide Siragusano, Ordine Geologi SiciliaMeeting 1 – Monitoraggio del territorio, rischio idrogeologico e incendi (ore 9:30 – 11:00) KEYNOTE SPEAKER: Roberto Graciotti (già Servizio Geologico d'Italia - ISPRA), "Il rilevamento geomorfologico per lo studio, l 'interpretazione e il monitoraggio delle forme che modellano il paesaggio" Marco Di Fonzo (Generale B.(ris) Carabinieri Forestali), "Intelligence per l’individuazione delle origini di incendi dolosi con gli algoritmi di reverse engineering" PRESENTAZIONE RISULTANZE SPERIMENTALI da sponsor e istituzioniMeeting 2 – Tecniche di esplorazione del sottosuolo per archeologia (ore 11:00 – 13:00) KEYNOTE SPEAKER: Stefano De Angeli (archeologo, professore di Archeologia Classica nell'Università di Viterbo), "Ricostruzioni 3D del sottosuolo archeologico con tecniche georadar"Massimo Morigi (Università della Tuscia Viterbo)“Illustrazione risultanze di rilievo e monitoraggio nell’area di Tindari” Emanuele Brienza (professore di Metodologia della Ricerca Archeologica, Università Telematica Internazionale UniNettuno) Fruizione e sistemi geospaziali per l’archeologia. PRESENTAZIONE RISULTANZE SPERIMENTALI da sponsor e istituzioniMeeting 3 – Tecniche di rilievo e cattura della realtà (ore 14:00 – 15:30) KEYNOTE SPEAKER: Fabio Todesco (architetto, professore di Restauro nella Facoltà di Ingegneria dell'Università di Messina), "Rilevazioni speditive per il progetto di restauro del costruito storico" M. Sfacteria, S. Tuccinardi, M. Venuti (Università di Messina)"Nuove indagini al Teatro di Tindari: il progetto Samothrace, metodi e risultati preliminari"Claudio Lucchesi (Urban Future Organization), Gaetano De Francesco (La Sapienza Università di Roma) "Gli architetti su Tindari"PRESENTAZIONE RISULTANZE SPERIMENTALI da sponsor e istituzioniMeeting 4 – Fruizione e valorizzazione (ore 16:00 – 17:00) KEYNOTE SPEAKER: Massimo Limoncelli (docente di Archeologia Virtuale Università di Palermo) Protocollo URBE: nuove opportunità per la ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale tramite dinamiche di edu-entertainement Michele Angelaccio (professore di Informatica e Turismo Digitale Università di Roma Tor Vergata) ArcheoUtopie digitali tra AIgenerativa e Metaversi culturali accessibiliLuca Falzone (XeniaProgetti)“Innovazione Culturale: Tecnologie innovative per la fruizione e la valorizzazione dei Beni Culturali”PRESENTAZIONE RISULTANZE SPERIMENTALI da sponsor e istituzioniConclusioni e discussione dei risultati (17:30 - 18:00) Giovanni Ettore Gigante (fisico, professore emerito, Archeometria, La Sapienza Università di Roma), "Presentazione e discussione dei risultati"Attività parallele: (ore 11:00 - 16:00)ArcheoVideo: proiezione di documentari archeologici a cura di Dario Di Blasi (già direttore della Rassegna del cinema archeologico di Rovereto e di quello di Firenze) Proposta di Istituzione dell’Area Marina protetta di Capo Tindari di Italia Nostra DIMOSTRAZIONE DI TECNOLOGIE SUL CAMPO:GEOMAX, tecnologie di misura e positioning. LIDARETTO, sistemi per scansione 3D mobile per la cattura della realtà anche su drone ALMA SISTEMI, riprese con drone dotato di sensori ottici, termici, lidar SETEL, presentazione drone marino anfibio Per maggiori informazoni: http://technologyforall.it PubDate: Tue, 30 Apr 2024 10:34:01 +000
Authors:Redazione Archeomatica Abstract: In partenza il corso Analisi Multivariata dei Dati Spettroscopici, tenuto in lingua inglese nella sua seconda edizione, introdurrà i partecipanti ai fondamenti della chemiometria, con particolare riferimento ai metodi di analisi multivariata finalizzati a estrarre la massima informazione dai dati analitici di natura spettroscopica nel contesto della ricerca sui beni culturali. Verranno trattate in dettaglio le strategie per il pretrattamento dei profili spettrali e l'analisi delle componenti principali (PCA) e verranno fornite nozioni di base sui metodi supervisionati di classificazione e regressione multivariata.L'illustrazione degli aspetti teorici e descrittivi sarà supportata dalla discussione di una serie di applicazioni nel campo dei beni culturali. Seguirà un modulo specifico dedicato a dimostrazioni pratiche ed esercitazioni guidate sull'uso di un software gratuito (CAT) che sarà messo a disposizione di tutti i partecipanti. MODULO 1: 13, 14 maggio 2024 Lezioni teoriche Ore totali: 6 Modalità: online Lingua: inglese
MODULO 2: 15 maggio 2024
Dimostrazioni pratiche Ore totali: 3 Modalità: online Lingua: inglese Per partecipare al Modulo 2, è obbligatorio aver frequentato il Modulo 1 in questa edizione oppure il corso "ANALISI MULTIVARIATA DEI DATI SPETTROSCOPICI" nella sua edizione 2023. Per saperne di più e iscriversi: CLICCA QUI Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale PubDate: Mon, 29 Apr 2024 11:15:37 +000