Publisher: Università Mediterranea di Reggio Calabria
|
Similar Journals
![]() |
ArcHistoR
Number of Followers: 3 ![]() ISSN (Online) 2384-8898 Published by Università Mediterranea di Reggio Calabria ![]() |
- Copertina e sommario
Authors: Direttivo ArcHistoR
PubDate: 2023-01-31
- Architettura religiosa e committenza nella Brescia post-tridentina. Il
contributo di Giuseppe Dattaro tra dinamiche progettuali e intuizioni
innovative
Authors: Elisa Sala
Pages: 4 - 37
Abstract: In chiusura del Cinquecento anche Brescia si interroga sull’urgenza di aggiornare le proprie architetture religiose. Proprio all’interno di questo quadro d’azione, si intende dar notizia di due cantieri ancora poco noti: quello della parrocchiale di Pontevico e della collegiata di Verolanuova, feudi collocati nell’area oggi nota come Bassa Bresciana, sotto la giurisdizione dei nobili Gambara.Inedite carte d’archivio consentono di attribuire al cremonese Giuseppe Dattaro sia la stesura dei grafici iniziali sia la conduzione del cantiere pontevichese (dal 1583), attestando un suo concreto apporto anche al disegno della chiesa di Verolanuova. Le fabbriche in esame divengono occasione per la messa a programma di soluzioni innovative in grado di arricchire le capacità professionali e ideative finora attribuite a Dattaro grazie alla formulazione di proposte per coperture ellittiche e riflessioni sull’integrazione tra organismo architettonico e spazi per la musica e il canto confermando, al contempo, quanto la vivacità dei territori di confine favorisca la nascita di opportunità progettuali che contribuiscono a garantire a Brescia un ruolo primario nell’ambito del rinnovamento del linguaggio architettonico e artistico del secondo Cinquecento padano. Il mecenatismo di casa Gambara, inoltre, concorre a rafforzare il legame tra il cremonese e la sfera gonzaghesca preparandolo al successivo ruolo di prefetto delle fabbriche mantovane del duca Vincenzo I (1590-1595).
PubDate: 2023-01-31
DOI: 10.14633/AHR355
- Un edificio, molte storie. Palazzo de Gregorio a Caserta dal Settecento ai
giorni nostri
Authors: Maria Gabriella Pezone
Pages: 38 - 73
Abstract: Il saggio approfondisce la storia pluristratificata di un interessante palazzo situato a Caserta alle spalle dei giardini della reggia borbonica. Fatto costruire a sue spese da Carlo di Borbone nel 1754 per il marchese di Squillace Leopoldo de Gregorio e affidato alla progettazione dell’architetto reale Luigi Vanvitelli, fu poi acquistato da Ferdinando IV nel 1796 per insediarvi la prima fabbrica “delle Fiandre” del regno. Sarebbe divenuto, in seguito, cotonificio con Luigi Vallin nel Decennio Francese accompagnando, anche dopo, la storia dell’industria borbonica nel periodo della Restaurazione, soprattutto con la gestione dell’imprenditore meridionale Raffaele Sava. Passato ai militari nel 1851, per volontà di Ferdinando II, che potenziò la vocazione difensiva di S. Maria Capua Vetere e Caserta in appoggio a Capua, il palazzo fu infine venduto ai privati alla fine dell’Ottocento per poi essere requisito dopo la II Guerra mondiale da parte del Commissariato degli alloggi e concesso ai senzatetto per risolvere il problema delle abitazioni.Nel ripercorrerne le molte “vite” il saggio proverà, nelle conclusioni, a toccare anche aspetti più direttamente legati alla sua tutela, poiché lo stato attuale di conservazione dell’edificio sollecita molti interrogativi inerenti il rapporto tra storia, memoria, identità e quanto di esso sopravvive materialmente, che non riflette più ciò che ha rappresentato nei singoli momenti della sua lunga storia.
PubDate: 2023-01-31
DOI: 10.14633/AHR356
- Un progetto di Giacomo Quarenghi per la riforma di un grande palazzo
Authors: Piervaleriano Angelini
Pages: 74 - 85
Abstract: In una collezione privata italiana è stato individuato un disegno con la pianta di un palazzo molto grande, con applicato un foglio piegato contenente l'idea della sua parziale trasformazione.Il proprietario di questo palazzo, così come il luogo in cui si trovava, non è ancora noto, ma l'analisi della riforma architettonica della parte nord dell'edificio, dello stile grafico e delle testimonianze calligrafiche portano a riconoscere l'architetto italiano Giacomo Quarenghi come il suo autore, e quindi la Russia come il paese per cui è stato concepito.
PubDate: 2023-01-31
DOI: 10.14633/AHR357
- Valentín Carderera en Nápoles (1824-1825): dibujos y arquitecturas en la
búsqueda de la historia de España y de Aragón
Authors: Carlos Plaza
Pages: 86 - 139
Abstract: En el prólogo del primer tomo de la Iconografía Española de Valentín Carderera y Solano (1796-1880), una de las obras historiográficas más importantes del siglo XIX en España, el autor escribió que pretendía llenar los «vacíos de la historia patria, no solo para ilustrarla bajo el aspecto artístico y arqueológico, sino también para conservar ó renovar memorias insignes y gloriosas». Según añadió seguidamente, a reunir la información necesaria para la obra dedicó el erudito aragonés gran parte de su vida. Fue él mismo a indicar que dicha búsqueda tuvo su inicio en Nápoles durante su viaje de juventud donde «Casi todo lo que recordaba nuestras glorias en las letras y en las armas lo dibujamos con filial cariño».El objetivo de esta investigación es la realización de un estudio de conjunto sobre los dibujos que Valentín Carderera realizó de monumentos y lugares napolitanos entre 1824 y 1825 y que actualmente se conservan en diferentes instituciones españolas. Ello permitirá conocer más sobre las coordenadas culturales de la estancia italiana de Carderera, tan importante para su formación, a partir de sus dibujos cuales fuentes más importantes sobre la misma. Este análisis permitiría igualmente profundizar en las motivaciones y los intereses de Valentín Carderera en relación a la cultura del Sur de Italia y su relación con España, desde su historia a su arquitectura, en el contexto de las postrimerías del Grand Tour y en relación a la acción e intereses de otros pensionados transalpinos. A su vez, aporta nuevas lecturas para la historia napolitana a través de la mirada de un viajero extranjero hasta ahora no estudiado como ilustre visitante. En este estudio se han analizado todos los dibujos conocidos de Valentín Carderera en Nápoles, revisando, en algunos casos, sus identificaciones e introduciéndolos en una reflexión más amplia sobre las motivaciones de su estancia napolitana.
PubDate: 2023-01-31
DOI: 10.14633/AHR358
- Tra riscoperta e ripristino del Medioevo. Le ville turrifié nell’opera
di Georges Rohault de Fleury a Pisa
Authors: Francesca Giusti
Pages: 140 - 161
Abstract: Il contributo si focalizza su un aspetto inedito dell’opera di Georges Rohault de Fleury (1835-1904), che a partire dal 1853 soggiorna a Pisa più volte e a lungo, per analizzare l’architettura e l’arte medievale, cui dedicherà circa vent’anni di lavoro. Nel quadro degli studi dei monumenti toscani e in particolare pisani, emerge la centralità del tema della “ville turrifié”, e della casa-torre in particolare, che egli indaga con l’obiettivo di ricostruire una vicenda cittadina. In particolare, il tema dell’architettura civile si presta a ipotesi ricostruttive, dal momento che poco sembra essere rimasto delle strutture originarie, tuttavia emergenti, a tratti, dalle cortine intonacate dei palazzi, da cui de Fleury elabora congetture e rilievi. La casa torre, per lui direttamente mutuata dalle strutture difensive, è la tipologia che distingue il tessuto urbano diffuso di una vera e propria città-torre come Pisa che sembra godere di una particolare reputazione nell’abilità edificatoria. L’obiettivo del paper vuole quindi inquadrare l’opera di Georges Rohault de Fleury nel più ampio contesto di studi sulla riscoperta del Medioevo, con particolare riferimento agli stretti legami con la cultura francese (non solo il de Fleury, ma anche Verdier e Cattois, Labruste, ecc.), e la ricaduta sul fronte del restauro-ripristino- reinvenzione nella sua lunga durata e nelle diverse declinazioni assunte.
PubDate: 2023-01-31
DOI: 10.14633/AHR359
- L’architettura dei villaggi agricoli per metropolitani nella Quarta
sponda (1934-1940)
Authors: Maria Rossana Caniglia
Pages: 162 - 213
Abstract: La colonizzazione demografica intensiva della Libia era il risultato dell’ambizioso programma politico e ideologico messo in atto dal Fascismo, dagli anni Venti ai Quaranta, con lo scopo di ruralizzare e valorizzare territori poco antropizzati grazie al lavoro agricolo dei nuovi coloni arrivati dall’Italia. In Cirenaica e in Tripolitania, tra il 1934 e il 1940, erano stati realizzati ventiquattro villaggi rurali e borgate da quegli architetti che avevano ricevuto la “chiamata coloniale”, un’occasione per sperimentare l’“architettura della mediterraneità”. Dall’analisi critica di questi progetti sono stati individuati degli elementi “generatori” ricorrenti di carattere paesaggistico, urbanistico e architettonico, imprescindibili e comuni a tutti gli impianti planimetrici anche se a una scala diversa e con soluzioni più o meno articolate e complesse, come a esempio la piazza e la chiesa. Per la propaganda di regime, il centro rurale veniva assunto sia come il veicolo per trasmettere i valori e il simbolismo della strategica politica sia come lo strumento attraverso il quale attuare tutti gli interventi atti a favorire la trasformazione libico. Queste architetture sono state più “narrate” che realmente vissute, perché l’effettivo “funzionamento” era stata relegato a un intervallo temporale molto breve. Inoltre, possiamo affermare che i villaggi rurali e il sistema delle case coloniche sono dei luoghi idealizzati e quasi bucolici, tanto da farci risultare la vicenda come un tardo tentativo anacronistico.
PubDate: 2023-01-31
DOI: 10.14633/AHR360
- Oltre il progetto di conservazione. I restauri del XX secolo della chiesa
di Santa Maria Maggiore a Tuscania (VT).
Authors: Chiara Circo, Luciano Antonino Scuderi
Pages: 214 - 255
Abstract: La basilica di Santa Maria Maggiore a Tuscania è una costruzione di impianto medievale che ha visto nei secoli il susseguirsi di interventi diversi e lunghe fasi di abbandono. L’immagine odierna della chiesa è il risultato di alcuni restauri realizzati tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta del Novecento che hanno apportato sostanziali trasformazioni nell’intento di restituire un’immagine della chiesa che è la traduzione in cantiere di un modello ideale non sempre corroborato da dati certi. Il tutto profittando prima dei fondi della ricostruzione post-bellica e poi dei finanziamenti per la ricostruzione post sisma di Tuscania del 1971. Il modello ideale sono i disegni di Luigi Leporini, architetto ascolano in servizio presso la Soprintendenza dei Monumenti del Lazio a partire dal 1939.Il saggio ricostruisce gli interventi attuati sulla base dell’analisi di fonti iconografiche e documentali edite e inedite e un successivo riscontro diretto sull’edificio. L’analisi dei cantieri di restauro consente di indagare le modalità costruttive utilizzate per il consolidamento degli edifici murari nel secondo Novecento e, al contempo, mette in luce il permanere della volontà di riacquisire un’ipotetica immagine originaria.Lo studio aggiunge, dunque, nuovi elementi alla storia costruttiva della chiesa e consente di avanzare alcune considerazioni generali su un approccio al restauro dei monumenti alla ricerca di un difficile equilibrio tra ragioni strutturali e istanze di riconfigurazione che, ancora negli anni Settanta del Novecento, si basano sul confronto analogico con “esempi coevi e vicini”.
PubDate: 2023-01-31
DOI: 10.14633/AHR361